Di Capp Allon – 2 Novembre 2018

L’attività del sole è il principale motore del clima del nostro pianeta. Da circa 400 anni è stata mantenuta un’accurata registrazione delle macchie solari, che ci ha permesso di tracciare schemi sperimentali tra l’emissione del sole e le condizioni meteorologiche sulla Terra.

L’estate calda nel Regno Unito del 2018 è stata comparata dai meteorologi all’estate del 1976, l’ultima volta che si verificarono temperature simili e una siccità così prolungata.

Il grafico sottostante offre forse una spiegazione.

Il sole viaggia su cicli di circa 11 anni, con un massimo solare e un minimo solare all’interno di ciascun ciclo.

Guardando il grafico, vediamo i cali del 1976 direttamente dal calo del Solar Cycle 20, un debole ciclo con produzione solare relativamente bassa.

Anche in questo 2018, stiamo scendendo direttamente dal calo del Solar Cycle 24, il primo ciclo debole dal 20, con i cicli 21, 22 e 23 che hanno come risultato il picco del Modern Maximum con le temperature che sono salite e gli schemi meteorologici prevedibili che siamo stati abituati a osservare.

Il ciclo 24 è ora qualcosa di molto diverso, con alcune previsioni che lo vedono come l’inizio del prossimo Grand Solar Minimum (un periodo prolungato di produzione solare minima/nulla).

Gli esseri umani sono programmati per riconoscere i cicli, e il sole è uno dei cicli più antichi in corso – funziona come un orologio.

I segnali ci indicano che alcuni inverni del nord emisfero saranno molto duri nel prossimo futuro, a partire da quest’anno.

Dopo il caldo intenso del Regno Unito dell’estate del 1976 arrivarono i brutali inverni del 1977/78/79.

Anche il Nord America ha registrato uno dei peggiori inverni di sempre nel 1978.

Pensate che questa sia una coincidenza? Siamo all’interno di un debole ciclo solare.

Le condizioni meteorologiche estreme torneranno ad essere la norma mentre ci spostiamo dal massimo moderno (cicli 21, 22 e 23) e ci immergeremo nel più profondo nel prossimo Grand Solar Minimum.

Prepararsi

Fonte: Electroverse

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