Autore: Massimo Lupicino
Data di pubblicazione: 09 Dicembre 2020
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=53888
Qualche giorno fa abbiamo avuto un colloquio con la maestra di mia figlia, che frequenta le scuole elementari. Le cose vanno abbastanza bene, compatibilmente con la situazione generale. Poi verso la fine dell’incontro…
- La bambina è interessata alle scienze. Sa, abbiamo proposto delle attività e lei ha scelto di fare un poster sul Global Warming con una compagna.
- AH SI’?!
- Sì sì! Sa, io trovo molto importante che i bambini si ispirino a figure positive, come Greta Thunberg!
Mia moglie mi ha messo una mano sul ginocchio come a fermarmi, aspettandosi il peggio. E io ho avuto pietà di lei, e di mia figlia.
- OK, bene bene. Grazie arrivederci.
Dieci minuti dopo ero a colloquio…con mia figlia. Le ho spiegato un concetto che avrà modo di approfondire nel corso degli anni, sulla sua pelle. Ovvero che le insegneranno materie come la matematica, o la grammatica che si basano su una serie di regole precise e condivise. Per quelle materie, dovrà semplicemente ascoltare gli insegnanti e imparare quello che c’è da imparare.
E poi ci sono altre materie in cui invece gli insegnanti condiranno i fatti con le loro opinioni, e in cui i fatti stessi potranno essere un po’ diversi da come vengono raccontati.
- Come il Global Warming?
- Esatto, come il Global Warming
- E quindi quello che ha detto la maestra può non essere vero?
- Diciamo questo: tuo papà di global warming ne sa probabilmente più della tua maestra, e secondo il tuo papà i pericoli di cui ti ha parlato la maestra sono in gran parte sciocchezze.
- E il mio poster?
- Il poster lo fai lo stesso, e racconterai le cose per come te le ha spiegate la maestra, ma non dovrai dirle che sono scemenze, mi raccomando, altrimenti ti darà un brutto voto.
- Ma sono scemenze, no?
- Sì, sono in gran parte scemenze. Il clima della Terra è sempre cambiato, in passato nella città dove viviamo oggi c’erano dei ghiacciai immensi, e al mare a casa dei nonni c’erano gli iceberg e le foche.
- E la CO2?
- La CO2 emessa dagli uomini è solo uno tra i tanti fattori che influenzano il clima sulla Terra. Ce ne sono tanti altri, probabilmente più importanti: le eruzioni dei vulcani, i movimenti dei pianeti, i cambiamenti nelle correnti degli oceani. Eppoi il sole…E tante, tante altre cose che ancora neanche si conoscono.
- Quindi la CO2 fa male o fa bene?
- La CO2 è un mattone essenziale della vita della Terra in quanto contiene una sostanza chiamata carbonio. La nostra è la civiltà del carbonio: gli esseri viventi si distinguono da quelli inanimati per il fatto di essere fatti anche di carbonio. Altrimenti saremmo pietre, o sabbia.
- Quindi siamo fatti di CO2?
- Diciamo che grazie alla CO2 viene prodotto il carbonio di cui abbiamo bisogno per vivere: quello che assumiamo sotto la forma di zuccheri, grassi e proteine. Quindi senza CO2 non esisteremmo. Inoltre la CO2 ci permette di non sentire troppo freddo perché trattiene sulla Terra parte del calore ricevuto dal sole.
- Ce l’ha detto anche la maestra che in piccole quantità fa bene!
- La tua maestra ha ragione, e qui ha detto una cosa molto giusta! Il problema è capire quale sia questa “piccola quantità” che fa bene. Probabilmente se anche ce ne fosse molta di più di quella che abbiamo oggi, farebbe ancora più bene. Gli uomini amano il caldo, non il freddo. Tutte le grandi civiltà del passato si sono sviluppate in periodi molto caldi. Lo sai che al tempo dei romani faceva più caldo di oggi e si attraversavano le Alpi con gli elefanti?
- Davvero?! Con gli elefanti?!
- Certo, e pensa che al tempo dei romani i ghiacciai sulle Alpi mancavano praticamente del tutto! E non c’era l’uomo a guidare le macchine, e non c’erano le industrie come le conosciamo oggi…
- Ma la CO2 allora? Come mai aumenta sempre?
- Non aumenta sempre, ci sono state epoche in cui la CO2 è diminuita, altre in cui è aumentata fino a valori simili o addirittura più alti di quelli di oggi. La CO2 in realtà fa parte del cosiddetto “ciclo del carbonio”.
- Cioè?
- La CO2 viene “mangiata” dalle piante che la trasformano in ossigeno, che noi respiriamo. E in zuccheri, proteine e grassi, con cui ci alimentiamo. E con cui si alimentano anche gli animali che a nostra volta mangiamo. Poi con la respirazione, o bruciando la legna, il gas e il petrolio produrremo altra CO2 che tornerà in circolo e verrà nuovamente mangiata dalle piante che produrranno altro ossigeno, altri zuccheri, grassi e proteine che noi mangeremo. E via dicendo.
- Quindi la CO2 fa bene?
- Senza la CO2 tutta la Terra sarebbe solo una immensa palla di ghiaccio senza vita: senza alberi, senza animali e senza uomini. E comunque la CO2 non può aumentare per sempre a questa velocità perché la quantità di carbonio sulla Terra non è infinita. Le vere minacce per l’uomo sono altre: asteroidi, super-vulcani, glaciazioni. Non certo la CO2.
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La bambina era perplessa e al tempo stesso contenta. Leggevo nei suoi occhi la sorpresa per la scoperta che anche gli insegnanti possono sbagliarsi, e l’eccitazione all’idea di poterne sapere più della sua maestra. Ma a me è rimasta in testa una riflessione, semplice, lineare ed essenziale come può essere il ragionamento di un bambino.
Se quello del carbonio è un ciclo, come ci hanno insegnato a scuola tanti anni fa, allora noi non stiamo facendo altro che accelerare questo ciclo bruciando riserve di carbonio accumulate nel sottosuolo sotto la forma di idrocarburi formatisi nel corso di milioni di anni per l’accumulo, la sedimentazione e la trasformazione di materia organica di origine prevalentemente vegetale. In altre parole, ci stiamo fumando le felci e le palme di cui andavano ghiotti stegosauri e triceratopi.
Ci hanno anche insegnato, a scuola, che la materia non si crea nè si distrugge. Al più si trasforma, per dirla alla Lavoisier. Quindi il carbonio totale a nostra disposizione è limitato. Ed è limitata proporzionalmente la nostra capacità di trasformarlo in CO2. Ed è limitata di conseguenza anche la possibilità di aumentare “antropicamente” la temperatura della Terra (fermo restando che la sensibilità climatica alla CO2 è tutt’ora un grande punto interrogativo).
L’unico modo che resta per giustificare il terrorismo climatico CO2-dipendente è quindi ipotizzare che l’accelerazione impressa al ciclo del carbonio dalle attività umane sia in grado di innescare una rezione di run-away, per l’azione combinata di una serie di feedback positivi che si alimentano vicendevolmente, esaltando il riscaldamento terrestre fino a livelli insostenibili. E questo spiega l’ossessione dei clima-catastrofisti per quella hockey stick annunciata da decenni ma che non arriva mai.
Ma questo benedetto meccanismo di run-away non è compatibile con il progresso tecnologico che già oggi sta riducendo la rilevanza delle fonti energetiche fossili, rendendo totalmente implausibili gli scenari di emissioni (ab)usati oggi dai modelli climatici, come il famigerato RCP 8.5 (per gli amici, Mr. “business as usual”). E non è sostenuto dall’evidenza sperimentale che mostra un aumento risibile (appena un grado) delle temperature globali negli ultimi 170 anni, al cospetto di tutti i gas serra emessi dalla rivoluzione industriale ad oggi, e volendo generosamente ignorare il riscaldamento naturale seguito alla fine della Piccola Era Glaciale. E non è confermato nemmeno dagli studi paleoclimatici, come ha spiegato Donato Barone a margine di un recente post, giacché gli attrattori del sistema hanno sempre scongiurato in passato che la Terra diventasse un forno pur in presenza di temperature molto più elevate di quelle odierne.
Ecco, se si fa un po’ di pulizia nell’informe pattume mediatico climatacastrofista e si prova a ragionare in termini macroscopici, guardando alle cose con gli occhi di un bambino, e servendoci delle nozioni scientifiche (un tempo) messe a disposizione dei bambini sui banchi di scuola, allora forse scopriremo che la narrativa sul global warming è ancora più assurda, ridicola e scassata di quanto già non appaia a prima vista.
E ancora più disumana, nel momento in cui intenzionalmente tace il ruolo essenziale che la CO2 ha nel permettere la vita sul nostro Pianeta. In linea, del resto, con il mantra generale che vede nella presenza dell’uomo sulla Terra solo uno sfortunato incidente da emendare al più presto con un gigantesco suicidio economico di massa.
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Ieri mia figlia è tornata da me:
- Papà è vero che gli scarti alimentari provocano il global warming?
- No, è una scemenza. Il cibo non va sprecato perché c’è ancora troppa gente che non ha da mangiare. Il global warming non c’entra nulla. Semmai è vero il contrario, visto che l’aumento della CO2 ci ha aiutato a ridurre la fame nel mondo, perché le piante hanno più CO2 da mangiare e quindi crescono meglio. Ma perché me lo chiedi?
- Perché oggi la maestra ci ha dato dei quiz da scegliere per un compito, e in uno di quei quiz si parlava degli scarti di cibo che causano il global warming.
- E tu che quiz hai scelto?
- Ne ho scelto un altro, perché lo sapevo che quello del global warming era una scemenza.
- Brava figlia mia! Tutta suo padre.