Ho sentito la notizia ieri mattina, mentre ero in auto. Mi sono fatta una grassa risata, mentre appuntavo mentalmente la rivista su cui lo studio è stato pubblicato, per andare a cercarlo più tardi.
E’ comparsa su Adnkronos e con qualche variazione, sulla maggior parte dei quotidiani:
Pubblicato il: 04/01/2018 17:36
Nuovo allarme degli scienziati sulle conseguenze del riscaldamento globale del pianeta. Secondo un team di scienziati, se le temperature globali saliranno di 2° Celsius rispetto ai livelli preindustriali oltre il 25% della Terra rischia di diventare un deserto arido.
In uno studio pubblicato su Nature Climate Change, un team di ricercatori della University East Anglia nel Regno Unito e della Southern University of Science and Technology in Cina hanno realizzato una nuova ricerca che suggerisce che circa un quarto del globo potrebbe essere lasciato in una siccità permanente se gli sforzi per frenare il riscaldamento globale non riusciranno a raggiungere gli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi, ovvero al di sotto dell’1,5° C.
Se leggete su Adnkronos, sarete colpiti dal fatto che manca il link alla ricerca originale, quanto meno all’abstract della pubblicazione.
Con qualche click in rete, ci si arriva piuttosto facilmente – si tratta di un lavoro il cui titolo recita più o meno così:
Mantenendo il riscaldamento globale entro 1.5°C si contiene la minaccia della desertificazione.
C’è una frase, la seconda per la precisione, che mi ha fatto pensare che stiamo parlando più o meno di aria fritta:
Tuttavia, la tempistica dell’aridificazione significativa rispetto alla variabilità naturale – definita qui come tempo della manifestazione dell’aridificazione (ToEA) – è sconosciuta, nonostante la sua importanza nel progettare ed implementare le politiche contenitive [della desertificazione, ndr].
Nel complesso, sembra si tratti di uno studio basato esclusivamente su modelli matematici.
La cosa è particolarmente interessante, soprattutto alla luce della notizia che abbiamo riportato ieri sera di ben 485 studi scientifici, pubblicati soltanto nel 2017, che manifestano scetticismo rispetto all’ipotesi di cambiamento climatico.
Questa frase, tratta dal medesimo articolo, mi pare chiuda la questione:
N (3) I modelli climatici al computer non sono affidabili o costantemente accurati, e le proiezioni dei futuri stati climatici sono poco più che speculazioni dato che le incertezze e gli intervalli di errore sono enormi in un sistema climatico non lineare.
Concludo con un appunto dal sapore amaro: la narrazione diffusa dagli organi ufficiali di stampa deve essere sempre a favore del riscaldamento globale. Per il momento, da lì non ci si schioda.
Sara Maria Maestroni