Del Colonnello Paolo Ernani – 2 Ottobre 2016

Un particolare assetto spaziale del SOLE condiziona la frequenza dei terremoti?

L’attività solare, come risultanza dei nostri studi relativi alla variazioni delle sue macchie, sembra influenzare, con correlazione inversa, i movimenti tellurici.
Nel senso che quando il numero delle macchie solari diminuiscono, la quantità dei sismi invece di diminuire tenderebbe ad aumentare. Nel caso inverso, ossia quando le macchie aumentano, i terremoti tenderebbero a diminuire di numero.

ANALISI – Ultimamente abbiamo sottoposto ad una ricognizione analitica il numero dei terremoti che si sono verificati sulla nostra penisola a partire dagli anni 1500 sino all’ultimo terremoto che ha colpito Amatrice e gli altri comuni. Degli innumerevoli terremoti che si sono susseguiti in questo intervallo di tempo di cinque secoli abbiamo fatto un primo screening prendendo in considerazione solo quei sommovimenti tellurici con magnitudo uguale o maggiore di 5,6 gradi della scala Richter.

RISULTATI INTERESSANTI – In tale conteggio si sono rilevati 114 casi di sismi superiori a 5,6 di magnitudo. Successivamente l’applicazione di una ulteriore scrematura di dati raggruppati per singole stagioni ha dato le seguenti quantità: 38 terremoti si registrano nella stagione autunnale, 32 in primavera, 23 nel periodo estivo ed infine 21 in inverno per un totale appunto di 114 casi.

PIÙ SCOSSE SISMICHE IN PRIMAVERA E AUTUNNO? – Come si può notare la maggior parte dei sommovimenti tellurici sono concentrati (70 casi) nelle stagioni intermedie (autunno-primavera) e corrispondenti al 61,95%.
I restanti 44, corrispondenti al 38,05%, sono distribuiti in estate ed in inverno. La nostra indagine comunque non si è fermata qui. Si perché abbiamo eseguito una ulteriore selezione di 83 casi dei terremoti verificatisi nei bimestri settembre/ottobre, marzo/aprile, giugno/luglio e dicembre/gennaio.
Nel dettaglio perciò si contano 31 presenze nel bimensile autunnale, 24 casi nel bimensile primaverile, 16 in quello estivo e 12 in quello invernale. Si ottiene così un totale di 55 (corrispondenti in percentuale al 66,26%) casi relativi ai bimensili autunno/primavera e 28 casi (corrispondenti al 33.74 %) ai bimensili estate/inverno.

CORRELAZIONE CON L’EQUINOZIO – Penso che immaginiate il perché di questo ulteriore raggruppamento. Il punto medio del gruppo dei 2 mesi corrisponde in sequenza a: Equinozio d’autunno, equinozio di primavera, solstizio d’estate e solstizio invernale.

Quando la nostra stella si trova in quel particolare assetto astronomico e cioè allo ZENIT, significa, come si può verificare dalla figura riportata qui sopra, che i suoi raggi sono perpendicolari alla linea dell’equatore. Dunque è questa particolare posizione astronomica del sole che fa si che la maggior parte dei sismi (il 66,23% nei due bimestri settembre/ottobre e marzo/aprile) si verifichino proprio in corrispondenza degli equinozi?

Col. Paolo Ernani meteorologo, ex Aeronautica Militare Italiana, ex previsore TG3 Nazionale e Linea Verde di RAI 1 – e autore del libro << Effetto Serra e Macchie Solari >> del 2006, editore SOVERA (ora ARMANDO).