In questo post iniziamo a fare un’analisi sulla stagione autunnale appena entrata e una prima proiezione sul prossimo inverno.
In primis ho inserito l’immagine delle temperature oceaniche globali; si può notare un importante surplus di calore, da record. Tutto questo, tengo a precisarlo, non ha niente a che vedere con le temperature atmosferiche, bensì è dovuto ad un forte incremento del vulcanismo globale (El Nino docet). Vulcanismo globale che in prima fase si evidenzia solo sotto la superficie del mare, essendo i vulcani sottomarini molto più vicini al mantello rispetto a quelli in superficie, e quindi la risalita del magma è più lenta.

Da notare in tutto ciò la connessione con il forte aumento del Solar Flux e del numero di Macchie Solari, specie tra marzo e giugno. Statisticamente agli incrementi del Solar Flux e delle Macchie Solari corrispondono ad uno sviluppo di El Nino, e in generale un aumento di calore endogeno negli oceani. Esempi simili 1790/94 (Eruzione Unzen, Etna) “the Great El Nino” con un picco solare da record, il periodo 1939/42 ed il 1990/1994 (Eruzione Pinatubo).

Sopra, da notare il picco del Ciclo Solare del 1790 (Ciclo 4), il più forte mai registrato da quando si rilevano le macchie e le tempeste solari.
Sarà interessante il prossimo anno per valutare una eventuale forte eruzione in qualche area del pianeta (o più di una), considerando il massimo solare atteso tra primavera ed estate in concomitanza con importanti congiunzioni planetarie (Giove-Urano-Sole-Venere, e Saturno-Nettuno-Marte). I “giganti” del Sistema Solare saranno in congiunzione tra aprile e maggio prossimi, col rischio di favorire lo scatenarsi di tempeste solari estreme, con forte impatto sulla geologia terrestre. Da valutare al momento comunque.
In generale tutto questo calore degli oceani , anche se sembra assurdo, mostra un cambiamento verso il freddo, determinato come sempre accade in questi casi, da un notevole incremento dell’attività vulcanica. Prima si scaldano gli oceani (essendo i vulcani più vicini al mantello) e in un primo momento si assiste a temperature più alte a livello globale, con ondate di calore fuori stagione. Nel frattempo, l’umidità atmosferica aumenta di parecchio. Appena eruttano potenti vulcani terrestri, il mix tra ceneri vulcaniche che oscurano il Sole e la forte concentrazione di vapore acqueo determina un improvviso cambiamento della situazione, con condizioni di nevicate persistenti su molte aree del nord emisfero e nel giro di pochi mesi la formazione di ghiacciai spessi ed estesi. E a quel punto l’albedo incipiente darebbe un ulteriore importante input al raffreddamento e alla modifica della circolazione atmosferica.
In sintesi, quest’anno stiamo assistendo ad un giro di boa storico, che ci condurrà probabilmente in condizioni da Piccola Era Glaciale entro il 2025 (se non qualcosa in più dovesse eruttare un VEI 8 tipo lo Yellowstone, unico vero metronomo degli interglaciali freddi). Input che ribadisco, al momento sta determinando maggiore calore in atmosfera e clima piuttosto mite, in un contesto di elevata umidità ottima per sviluppare i ghiacciai montani e polari durante il prossimo autunno-inverno.

Conclusa questa prefazione che considero obbligatoria per avere una valutazione macroscopica a livello terrestre, passiamo alle tendenze per l’autunno. Come detto sopra il calore è tanto in atmosfera a causa dei vulcani sottomarini (non c’entra nessuna attività antropica, è bene sottolinearlo), ma vi è anche tanto vapore acqueo in circolo.
Per quanto riguarda l’Italia e l’Europa, l’autunno vivrà all’insegna del clima caldo umido, in un regime di Alta Pressione prevalente; previsti circa 3 peggioramenti intensi tra ottobre e novembre, i quali potrebbero causare disastri alluvionali degni di nota considerando l’energia in gioco.

Nel dettaglio, in Italia, una prima parte di ottobre trascorrerebbe molto mite, calda. Cambio di rotta intorno al 14-15, con arrivo probabile di saccatura intensa verso il Portogallo e la Spagna con risalita umida da noi a evoluzione lenta verso est. Probabile prosieguo dell’alta pressione calda al Centro Sud, con piogge forti concentrate al Nord e medio Tirreno. Peggioramento più forte e diffuso tra il 20 ed il 24 ottobre, con il rischio di una formazione di Ciclogenesi esplosiva. Ultima settimana di ottobre di nuovo clima mite e di alta pressione. Ad inizio novembre l’alta pressione inizierà lentamente a cedere: tra il 4-5 e l’11-12 probabile intensa fase depressionaria e alluvionale. Segue alta pressione mite per il resto della seconda decade. Prima metà terza decade, nuovo intenso peggioramento ma più breve di quello di inizio mese. Mese che si conclude con alta pressione ma brinate probabili in pianura al nord e su valli interne del centro. Dicembre vedrebbe sostanzialmente un anticiclone forte e caldo dall’inizio alla fine, complici un vortice islandese e canadese molto forti. Probabile a fine seconda decade il rapido passaggio di una perturbazione più organizzata con pioggia in pianura e neve sui monti. Festività natalizie alle prese con alta pressione e mitezza; nebbie intense nelle valli interne.

Notare le anomalie negative di geopotenziale tra Gran Bretagna e Islanda attese in dicembre: ciclone islandese molto forte (Nao+ e Ao+)


Fatte le previsioni per l’autunno, passiamo ad una prima proiezione sull’inverno: come anticipato ad inizio articolo, si prospetta un cambio netto a livello climatico sia globale che regionale. Quest’anno, dopo ben 5 anni, la QBO ed il Solar Flux saranno entrambi su valori positivi, in accoppiata. In più in aggiunta avremo El Nino ed un indice AMO molto positivo. In tal contesto il Vortice Polare subirà attacchi massicci e ripetuti. I flussi di calore verso la Stratosfera polare saranno molto intensi e costanti da gennaio. Vortice Polare atteso estremamente debole da fine gennaio.
A febbraio dunque rischio ondate di gelo ripetute; anche marzo, seppur in misura minore, dovrebbe vedere continuare una circolazione prettamente anti zonale.

Per Ecmwf in febbraio attese anomalie positive forti tra Artico, Groenlandia e Canada (AO- NAO-), con un vortice polare delocalizzato sulle medie latitudini.

Come si può vedere sopra per il modello IRI, tra gennaio e febbraio le anomalie positive principali di pressione e temperatura si registrano tra Canada e Groenlandia. Europa attesa in media, con un leggero sotto media nel nord Europa. Anche l’anticiclone aleutinico (anomalie positive sull’Alaska) si prospetta bello intenso e capace di inibire il Vortice Polare.

Anni simili in tal contesto sono il 1940/41/42

I GELIDI INVERNI DEL 1939-42

Da notare come il periodo gelido del 1940/42 è stato quello con l’indice AMO più elevato insieme al valore di quest’anno. Con l’indice AMO++ in accoppiata ad ENSO+, QBO+ e Solar Flux+ vi è solitamente la presenza di un’alta pressione delle Azzorre molto ben radicato in senso meridiano in Atlantico ed un Vortice Canadese molto debole, in genere sostituito da una zona di alta pressione vasta che si prolunga fino alla Groenlandia.

Per farvi comprendere ulteriormente, con la QBO+ i venti occidentali stratosferici saranno provenienti dall’Equatore, e quindi contribuiranno a redistribuire il calore di El Nino e l’Ozono in eccesso verso la Stratosfera polare. Più il Solar Flux elevato determinerà un ulteriore riscaldamento della Stratosfera Polare che non potrà redistribuirlo, in quanto la QBO è positiva (venti contrari).
Vediamo ora per aggiungere fondatezza alla tendenza, alcuni esempi dal 2000 ad oggi di accoppiata QBO e Solar Flux per constatarne l’efficacia.
1985 QBO-, Solar Flux-, Nina debole, AMO neutra/-, gelo epocale in gennaio. Seguono ed anticipano un dicembre ed un febbraio molto miti.
2002/2003 El Nino, QBO+ Solar Flux+, inverno piuttosto freddo, specie febbraio e marzo con frequenti retrogressioni da est.
In primavera arriva La Nina tra il moderato e il forte, con Solar Flux in attenuazione. Estate caldissima, che avrà poi similitudini con quelle del 2012/2017 e 2022 (tutte in regime de La Nina).
Nel 2005 vi fu Attività Solare bassa, QBO- ed El Nino debole.
Nel 2006 Attività Solare bassa, QBO- e La Nina. Va da sé che El Nino nelle accoppiate QBO/Solar Flux è meglio per inverni degni di nota; infatti il 2005 è stato più freddo e nevoso del 2006, addirittura il più intenso e duraturo dal 1985.
2007 QBO+, Attività Solare molto bassa, El Nino debole moderato, inverno mite e umido, ma decisamente meglio di quello degli ultimi anni. Soprattutto febbraio (Russia e Usa nel freezer) e poi marzo importanti ondulazioni del Jet Stream. Situazione movimentata anche in estate.
Se ci fosse stata La Nina al posto di El Nino nel 2007, avremmo avuto un bis dello scorso anno probabilmente (2022).
2009/2010 QBO-/Solar Flux-/El Nino, inverno lungo, rigido e nevoso, simile al 2005.
2010/2011 QBO-/Solar Flux+, inverno anonimo; 2012 QBO+/Solar Flux+ febbraio con gelo epocale. Tuttavia il contesto de La Nina ha contribuito a fasi sopra la media e asciutte sia in novembre che dicembre e gennaio, poi nella primavera ed estate successiva, con fasi molto calde prolungate.
2013 QBO-/Solar Flux+ inverno senza eccessi, seppur con una primavera ed estate piuttosto fresche, grazie alla fase ENSO tra il neutro e il positivo e un’AMO neutro.
2014 QBO-Solar Flux+, El Nino debole/neutro, inverno mite e piovoso, tanta neve in montagna; primavera e soprattutto estate piuttosto fresche e instabili. AMO tra neutro e negativo.
2016 QBO+/Solar Flux-, El Nino strong: fase autunnale e di inizio inverno secca e mite; da febbraio inizio meridianizzazione del getto polare. Ondate di freddo importanti in Asia e Nord America in gennaio/febbraio. Primavera piuttosto fredda e instabile in Europa e Usa. In generale inverno mite in Europa; decisamente meno in altre aree del globo.
2017 QBO-/Solar Flux-, La Nina, ottima fase invernale prolungata in gennaio. Febbraio e poi primavera ed estate soprattutto, sopra media e molta siccità.
2018 QBO-/Solar Flux-, ENSO neutro. Molto freddo nella seconda parte di febbraio, e anche marzo. Primavera ed estate nella norma, a tratti piovose.
Dal 2019 ad inizio 2023 lunga serie con disaccoppiata degli indici QBO/Solar Flux, in un contesto de La Nina persistente. Inverni molto miti ed anonimi, ed estati calde.
In sintesi l’accoppiata QBO/Solar Flux, se di segno uguale, sono elementi imprescindibili per avere inverni degni di questo nome. Se sono di segno uguale, la cosa migliore è avere El Nino in concomitanza.
In particolare le accoppiate migliori per fortissimi disturbi al Vortice Polare sono:
El Nino/QBO+/Solar Flux+/Amo+;
El Nino/QBO-/Solar Flux-/Amo-

Insieme alla QBO e Solar Flux, l’effetto destabilizzante maggiore sul Vortice Polare si ha se l’AMO è anche lui dello stesso segno.
Altra cosa da notare è se le fasi di Luna nuova nel cuore dell’inverno avverranno in corrispondenza ai perigei minimi. Casi noti in tal senso: 1956, 2005, 2010, 2012, 2018.

Se combaciano tutti questi elementi, l’inverno sarà piuttosto rigido con certezza. Poi ovvio dipenderà dalle zone se farà un po’ più caldo o un po’ più freddo, oppure un po’ più neve, o meno neve. Ad esempio, nel 2012 ha nevicato di più al Centro Sud, viceversa nel 2009/2010 maggiormente al Centro Nord.

In generale l’inverno prossimo si prospetta mite nella prima parte, decisamente freddo e nevoso nella seconda.
Insieme a QBO/ENSO/Solar Flux/AMO+, le fasi di perigeo lunare minimo avverranno in perfetta concomitanza della Luna nuova in gennaio, febbraio e marzo. Insomma, quest’anno dal gelo difficilmente si potrà scappare…comunque ci aggiorniamo a fine novembre per conferme.

Per chi volesse ulteriormente approfondire consiglio questo libro.


A presto
Alessio