Articolo di Fiorentino Marco Lubelli – Giovedì 26 Dicembre 2024

Spesso, nel corso degli scorsi anni abbiamo dato davvero grande importanza alle vicende stratosferiche, perché denotanti importanti dinamiche di riscaldamento con conseguenti risposte in troposfera che, mai hanno dato luogo a fenomeni invernali di rilievo in Europa meridionale. Quest’anno, curiosamente, a segnali del tutto opposti in stratosfera, con uno stratcooling in corso, sembra invece che l’Europa meridionale possa vivere uno degli inizi di gennaio più movimentati e freddi dal 2019 almeno. Ma andiamo con ordine, prendendo a riferimento l’ultima emissione di GFS, che descrive in maniera, quasi didattica, la dinamica prevista per i primi giorni del nuovo anno.

Molte le cose da dire su questa prima emisferica valida per l’ultimo giorno del 2024. Il VP è tutt’altro che compatto, come si sarebbe potuto prevedere in caso di ESE COLD, anzi si distingue in tre centri di vorticità distinti: uno sulla Scandinavia, il più cospicuo, uno sul Canada e l’altro sullo stretto di Bering. Si forma una ondulazione del getto sul Labrador che si muoverà velocemente a est per delineare un primo blocco atlantico.

1 gennaio 2025

Azione a tenaglia delle alte pressioni aleutinica e russa a separare la parte asiatica da quella euro americana del VP, a sancire come comandi, nelle dinamiche emisferiche, schiettamente la troposfera, nessuna comunicazione dunque tra i piani isobarici, l’ESE COLD sembra, per il momento scongiurato. Intanto quella ondulazione che abbiamo visto sul Labrador si sposta velocemente verso est con la conseguente definizione di un nuovo blocco atlantico ed una nuova irruzione questa volta artica.

3 gennaio 2025

Il Vortice polare si divide in 4 centri di vorticità, il più importante si sposta verso la Groenlandia, l’ondulazione del getto diventa stazionaria, un primo impulso artico entra dalla porta del Rodano. L’inverno riprende l’Europa.

5 gennaio

Il vortice polare del tutto disassato dalla sua posizione normale, al posto della quale si posiziona una alta pressione polare del tutto anomala, il centro di vorticità in zona canadese prende le redini del tempo emisferico determinando le condizioni per lo spostamento verso oriente del blocco atlantico che si centra sull’Inghilterra, passiamo dunque da aria marittima ad aria continentale…arriva il generale inverno con possibili nevicate in pianura soprattutto sulle regioni meridionali e adriatiche. Attenzione, non si tratta di gelo schietto, né, ancora, di configurazioni eccezionali, parliamo di una importante fase invernale come non se ne vedevano almeno dal 2019, con target principale il meridione, l’Appennino e le regioni adriatiche. Va detto che, portando a casa una configurazione emisferica come quella dell’ultimo pannello, 10 giorni sono un’eternità dunque andiamo con i piedi ben piantati per terra, il freddo, le nevicate, e in prospettiva, anche occasioni per l’arrivo del gelo russo, potrebbero contraddistinguere buona parte del mese di gennaio. Il VP sembra infatti completamente destrutturato e le importanti vorticità in spostamento sul Canada potrebbero determinare non solo altre occasioni per blocchi atlantici ma anche, e questo è importante per chi ama la neve e abita al nord, occasioni per l’arrivo di “respiri” umidi atlantici in grado di produrre quelle nevicate da addolcimento che al nord mancano ormai dal 2018. Insomma, con tutte le cautele del caso…sembra proprio che la rotta sia quella giusta per riportare in Europa il “generale inverno”.

Fonte: Progetto Scienze