Di Stefano Fait – 2 Aprile 2019

NASA, per la prima volta da anni torna a crescere il ghiaccio in Groenlandia

La “principale fonte di perdita di massa” della calotta glaciale groenlandese si trova da 4 anni in una condizione di rapido raffreddamento (-2°C) e ora il ghiacciaio sta avanzando.

I ghiacci si stanno trasferendo dal mare alla terraferma.

Questo è uno stato di cose destinato a permanere a misura che ci dirigiamo verso la prossima piccola era glaciale. Non c’è nulla di temporaneo in tutto questo. Non è una breve parentesi, un accidente climatico.

La ragione della crescita dei ghiacciai è l’aumento delle precipitazioni nevose sui ghiacciai e ad altitudini elevate.

Abbiamo al massimo un decennio per prepararci alla fase più acuta e disastrosa, tra il 2030 e il 2040.

Il primo vero assaggio per la fascia temperata avverrà tra 2020 e 2022 con abbondanti nevicate, bufere di neve e tempeste di ghiaccio, intervallate da vortici polari più duraturi con temperature molto rigide.

Le emissioni di CO2 non ci salveranno: In Groenlandia le temperature si sono alzate di 8–15°C nell’arco di alcuni decenni per ben 25 volte durante l’ultima glaciazione (da 20.000 a 80.000 anni fa). In quel lungo periodo le concentrazioni di CO2 sono rimaste costanti intorno a 190 ppm. Il paradigma dominante della climatologia odierna non può spiegare queste brusche e massicce variazioni di temperatura non accompagnate da nessuna oscillazione nella CO2.

Che conseguenze dobbiamo attenderci?

– Una specie di replica del Minimo di Maunder (1645–1715): diminuzione media delle temperature in Nord America ed Eurasia di circa 1,5°C, forse fino al 2050–2060;

– La corrente a getto è una fascia di forti venti che circolano rapidamente attorno alla Terra da ovest a est separando le masse d’aria calda dalle masse d’aria fredda. Quando rallenta (come in questi anni) il suo flusso è molto ondulato, l’aria artica molto fredda migra verso sud mentre l’aria calda si sposta verso latitudini più elevate. Il risultato è un aumento degli eventi meteorologici estremi;

– Stesso principio per le correnti oceaniche e quindi rallentamento anche drastico della corrente del Golfo, con insorgere di condizioni climatiche canadesi anche nella più temperata Europa;

– Diversamente da quel che si crede, i dati paleoclimatici mostrano che le condizioni di meteo estremo aumentano quando il pianeta si raffredda non quando si scalda;

– Meteo estremo con fenomenali escursioni termiche, forte irregolarità delle stagioni, tempeste di ghiaccio e abbondanti nevicate, vortici polari che permangono per molti giorni o settimane, ondate di calore insolite, siccità seguita da piogge torrenziali e inondazioni;

– forte aumento della mortalità (Le «morti per caldo» fanno notizia, ma il freddo è un nemico peggiore, Sole 24 Ore, 26 luglio 2017);

– crisi dell’eolico e solare, che se la cavano in tempi di clima mite ma si dimostrano gravemente insufficienti in fasi glaciali. La rete energetica nei paesi nordici collasserà ripetutamente;

– bollette molto più salate;

– graduale scomparsa dei fast food perché cibo più costoso;

– rifornimento a singhiozzo per gli scaffali dei supermercati per le interruzioni dei trasporti dovute alle condizioni meteorologiche avverse;

– Stagione di crescita ridotta di uno o anche due mesi rispetto agli standard attuali;

– Parassiti dei raccolti si moltiplicano per l’accentuata umidità (ma anche lunghe fasi siccitose);

– Vantaggio competitivo per chi converte a colture resistenti al freddo e all’umidità;

– Danni ad infrastrutture, condutture del gas e dell’acqua;

– Disgelo primaverile dei torrenti e fiumi creerà intasamento di ghiaccio in scioglimento: allagamenti di città e campagne;

– Lo strato più alto di aria che circonda il nostro pianeta, la termosfera, è in contrazione e raffreddamento. Se lo spessore della nostra atmosfera si riduce è possibile che si verifichi quel che è stato ipotizzato per spiegare il surgelamento istantaneo degli animali siberiani e di Oetzi, l’Uomo del Similaun (brusca precipitazione di aria gelida a terra).

stefano fait

Strategy advisor https://www.linkedin.com/in/stefano-fait

Fonte: Medium