Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 12 Ottobre 2017
Fonte originale:  http://www.climatemonitor.it/?p=46096

 

Sono ormai anni che pubblichiamo degli outlook per la stagione invernale e, come scrivevo ad un lettore appena qualche giorno fa, per quello di quest’anno bisogna avere ancora un po’ di pazienza. Ma, naturalmente, la situazione sta maturando o, sarebbe più giusto dire, evolvendo.

Sicché, per fornire a quanti vorranno cimentarsi – molti lo staranno già facendo – con la prognosi stagionale, vi segnalo un analogue molto interessante che fornisce le indicazioni sui passaggi nell’evoluzione delle dinamiche autunnali che possono incidere in modo significativo sul carattere della stagione invernale. Viene dalle pagine personali del prof. Judha Cohen, del cui lavoro abbiamo parlato tante volte su queste pagine.

Come tutti gli schemi, tuttavia, è vittima di grandi semplificazioni, non ultimo il risultato, che appare diviso tra “freddo” e “caldo” (naturalmente relativi). Questo è inevitabile, anche se sappiamo che le sfumature, le vie di mezzo, oltre ad essere la normalità, sono anche quelle che poi fanno la differenza.

Comunque ecco qua:

 

Quelli che leggete nei riquadri sono una catena di feedback, il cui evolvere porta a condizioni di segno negativo o positivo dell’Oscillazione Artica, ossia dell’indice che riassume la direzione e la velocità delle correnti in seno a cui viaggiano le masse d’aria, nonché la distribuzione delle stesse sull’emisfero settentrionale.

Da notare che l’Oscillazione Artica, che come detto descrive il carattere delle correnti zonali (westerlies o ovest-est), non deve essere vista come la causa dell’evolvere della stagione, quanto piuttosto il suo tracciante. Il segno dell’AO descrive le dinamiche della distribuzione della massa, la posizione dei centri d’azione e, quindi, il destino delle masse d’aria. Protagonista assoluto, nella fattispecie, è il Vortice Polare Stratosferico, il cui “carattere” però dipende a sua volta dalla disposizione delle correnti zonali.

Vi sembra un ragionamento circolare? Lo è, perché non esiste una componente delle sue dinamiche che non dipenda da altre, che a loro volta possono dipendere da quella originale.

Ecco, ora se pensavate di aver chiaro il concetto, la confusione sarà totale. Quindi, per tornare da dove abbiamo iniziato, ancora un po’ di pazienza e uscirà il nostro outlook.

Ah, per inciso, in questi primi giorni di ottobre la copertura nevosa dell’are Euro-Asiatica sembra autorizzare l’utilizzo del lato destro dell’immagine ;-).