Nella rivista The Cryosphere è stato pubblicato uno studio sui carotaggi effettuati in Antartide riguardante le eruzioni vulcaniche degli ultimi 900 anni, le cui polveri sono finite sul Continente polare.
Tali polveri sono molto utili per poter datare gli strati di ghiaccio presenti sulle “carote” estratte dai ghiacciai continentali, e permettono anche di poter valutare la quantità di neve caduta nei singoli anni, o periodi di anni.
Sono state circa 24 le eruzioni storiche di cui si conosce la data, e delle quali è possibile individuare gli strati di polveri accumulatesi sul ghiaccio (El Chichon nel 1259, Huanaputina nel 1600, Tambora nel 1815, ecc, per citare solo le principali).
Nel periodo 1260 – 2010 l’accumulo nevoso annuo medio è pari a 20,9 mm di acqua, sempre nelle vicinanze della stazione antartica di Vostok.
Nel periodo 1260-1600, l’accumulo medio era inferiore del 12% rispetto alla norma, mentre nei periodi 1661 – 1815 (periodo di grande freddo e minimo solare prolungato) e 1992-2010, l’accumulo è stato invece superiore alla norma del 13%.
Questo, da un lato ci dice che difficilmente i ghiacci Antartici si potranno sciogliere nel futuro immediato, a causa di un maggiore accumulo medio della neve caduta.
Dall’altro ci dice che siamo, appunto, ai massimi livelli di accumulo di neve degli ultimi 900 anni, e questo potrebbe significare anche avanzata dei ghiacciai costieri e maggiore distacco di Iceberg in mare circumantartico.
Come ultima notizia, che contraddice nuovamente il Global Warming, c’è l’eccezionale estensione dei ghiacci marini Antartici, che hanno superato in Aprile il record storico del 2008, con un’estensione media di 3,5 milioni di miglia quadrate.