Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 01 Marzo 2019
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=50352

Bé, per la verità abbiamo almeno un paio di settimane di ritardo rispetto all’annuncio fatto dalla NOAA che, dopo parecchi mesi di indecisione, ora possono ufficialmente essere dichiarate le condizioni di ENSO positivo, cioè, appunto El Niño.

Un’indecisione data dal fatto che, mentre la temperatura delle acque superficiali del Pacifico equatoriale si disponeva nella situazione ideale, vale a dire stabilmente almeno 0,5°C di anomalia positiva, l’atmosfera, l’altra imprescindibile pare del meccanismo, sembrava non voler collaborare. In particolare, non si avvertivano i segnali dell’aumento della nuvolosità e delle precipitazioni sulla parte centrale dell’oceano, a loro volto segnali di indebolimento della circolazione atmosferica che si osserva normalmente su quella porzione del globo (leggi: Walker Circulation).

Ora le nubi ci sono, le piogge sono aumentate e, quindi, è arrivato El Niño, sebbene tanto nelle osservazioni, quanto nelle previsioni, l’anomalia non sembra destinata a crescere molto, quanto piuttosto a galleggiare appena sopra la soglia di riferimento. Almeno fino alla fine della primavera, che ancora costituisce un ostacolo spesso insormontabile per la modellistica sull’ENSO (leggi: Spring Predictability Barrier).

Di norma, proprio in primavera, le condizioni dell’ENSO sono in fase di transizione e i modelli deterministici faticano a cogliere il cambiamento. Di qui l’impossibilità di acquisire uno skill che superi quello della statistica pura, cioè della conta e dell’osservazione degli eventi noti per il passato.

Molto interessante e alla portata di tutti, direttamente dall’ENSO blog della NOAA, la flow chart che spiega il processo decisionale seguito per decidere se dichiarare o meno la presenza di El Niño, al fine poi di attivare la catena di sorveglianza dell’impatto sulla circolazione generale e, in ultima analisi, sul tempo di molte zone del pianeta che potrà avere.

Ammesso che la “gracilità” di questo bambinello non mescoli ulteriormente le carte, cosa che puntualmente accadrà secondo la legge di Murphy (leggi: se qualcosa può andare storto stai sicuro che lo farà ), come per esempio accaduto per la previsione di inverno mite per gli USA che gli stessi analisti avevano fatto in relazione alla fase di sviluppo dell’ENSO positivo: negli USA, e l’inverno non è ancora finito, non sanno più dove mettere il ghiaccio e la neve. Con il senno di poi, bene avrebbero fatto, ma sarebbe stato come tirare i dadi, prevedere un inverno mite per l’Europa, dove negli ultimi 10-15 giorni sembra sia arrivata la primavera.

Comunque, su El Niño ci dovremo sicuramente tornare, naturalmente però dopo la primavera!