Del Col. Paolo Ernani meteorologo, ex Aeronautica Militare Italiana – Roma 23 agosto 2018
<< Nell’istante in cui due placche tettoniche slittano l’una sull’altra viene liberata una enorme quantità di energia (dovute alle forze di attrito) sotto forma di onda elastica che imprime fortissime vibrazioni alle particelle degli strati attraversati. Il punto di arrivo in superficie di questa onda non è altro che l’epicentro del sisma. Nel caso in cui questi si trovi sul fondo degli oceani, l’onda sismica, dopo aver attraversato tutto lo strato liquido del mare arriva in superficie sollevando notevoli estensioni di acqua provocando nel contempo onde marine di considerevole altezza (sono gli Tsunami) che in particolari condizioni geodinamiche possono dar luogo ad onde anche superiori ai 10 metri).
Si può quindi affermare che quasi tutta l’energia emessa dal terremoto viene smorzata, attenuata proprio dal lavoro di sollevamento della massa marina stessa. Quando però l’onda d’urto arriva in superficie ed immediatamente sopra di essa trova non l’acqua ma l’aria, l’atmosfera, cosa accade? La pressione atmosferica è costretta a subire, durante e dopo l’evento, delle variazioni di intensità negative non indifferenti. L’onda sismica, infatti, una volta giunta a livello del suolo viene a contatto con l’aria sovrastante e inizia a comprimere i primi strati dell’atmosfera dal basso verso l’alto provocando così un vuoto d’aria sottostante o meglio ancora un’area di bassa pressione con conseguente richiamo di correnti d’aria dall’estrema periferia al centro della bassa pressione >>.
Il virgolettato si riferisce ad un nostro articolo divulgato con lo pseudonimo Poseidon, negli anni ottanta, sul settimanale della Coldiretti, Il Coltivatore. Ultimamente è stato pubblicato dal NOAA un studio, relativo al forte terremoto di magnitudo 7,8 che il 25 aprile del 2015 sconvolse il Nepal. Questo sisma, tra l’altro, cade proprio nei 2 bimestri (settembre/ottobre e marzo/aprile) dove si registra la percentuale più alta, il 66,23%, dei terremoti, cioè in corrispondenza degli Equinozi quando il sole è allo Zenit.
Nel lavoro si evidenzia l’effetto che tale sisma ha causato proprio in prossimità dell’Epicentro. Oltre ai danni materiali e alle numerose vittime, il terremoto ha fatto registrare anche una considerevole diminuzione della pressione al suolo. L’aria, l’atmosfera hanno subìto una compressione degli strati dal basso verso l’alto. Il NOAA ha stimato che tale effetto di compressione sia iniziata dal suolo per arrivare poi a quote elevatissime (fino a 1000 Km?). In poche parole lo studio del NOAA ha indirettamente validato la nostra ipotesi resa nota circa 4 decenni fa. E’ una straordinaria conferma.
Col. Paolo Ernani meteorologo, ex Aeronautica Militare Italiana , ex previsore TG3 Nazionale e Linea Verde di RAI 1
Autore del libro << Effetto Serra e Macchie Solari >> del 2006, editore Sovera (ora ARMANDO)