Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 26 Giugno 2018
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=48708

 

L’estate non si accende, almeno per ora e almeno con riferimento al vecchio continente, dove la circolazione atmosferica resta ancora molto dinamica e, quindi, causa di frequenti cambiamenti. Non che questa sia una novità, in effetti. Da quando si discetta di clima che cambia e cambia male, infatti, si perde tempo ad intravedere segnali di sinistro cambiamento in ogni minuto di tempo atmosferico, ma basterebbe aprire una volta ogni tanto i libroni del clima per scoprire che, contrariamente al pur legittimo desiderio d’estate che abbiamo più o meno tutti, gli episodi di instabilità per il primo mese della stagione sono la norma e non l’eccezione. Alcuni anni possono essere episodi molto frequenti, altri del tutto assenti, altri ancora una via di mezzo: in media stat clima. Mediterraneo. Quindi niente panico, anche perché appena ieri vi abbiamo raccontato che, probabilmente, nei primi giorni di luglio un po’ di caldo arriverà, con somma soddisfazione di tutti, vacanzieri e profeti del caldo-sempre-più-caldo.

Nel frattempo, però, si è riacceso molto il dibattito sul clima in generale, soprattutto oltre oceano, dove più che mai – e non fosse mai accaduto – se questo pianeta sia o meno in difficoltà con il clima che più ci piace, è diventata ahimè questione di destra o di sinistra, bianco e nero, con buona pace della scienza. E del dubbio.

Capita infatti che ormai siano passate tre decadi da quando uno dei padri del Global Warming Antropogenico, lo scienziato James Hansen, ha fatto e reso note con tanto di testimonianza al congresso USA, le prime vere proiezioni di catastrofe climatica. E capita quindi che oggi, proprio perché in genere il clima lo si misura, osserva, valuta, sulla scala temporale del trentennio, a qualcuno sia venuto in mente di andare a dare un’occhiata se, per caso, qualcuna di quelle proiezioni abbia avuto un riscontro nella realtà. Lo hanno fatto tal Pat Michael e tal Ryan Maue, entrambi noti nell’ambiente ed entrambi scienziati di peso, anche se rei di non essere proprio convinti che il pianeta sia sul ciglio del baratro, quanto piuttosto impegnati – come sempre dovesse essere – a leggere i dati per quello che sono e non per quello che sembrano, giacché questa seconda personalità del genere “dato” lo fa sembrare sempre in qualche modo giustificativo della propria causa. E questo, in tutte le scienze, tranne quella del clima, proprio non va bene.

E lo hanno fatto sulle pagine del Wall Street Journal. Ecco qui il tweet di Roger Pielke Sr che lo ha rilanciato:

https://twitter.com/RogerAPielkeSr/status/1010234254406504450

La miglior cosa sarebbe andarselo leggere, ma se credete ve lo riassumo.

Non una delle proiezioni di Hansen si è palesata, anzi, il pianeta, lette le proiezioni, ha deciso di fargli/farci uno scherzo davvero niente male: ha deciso di scaldarsi, anzi, negli ultimi anni intiepidirsi, come se avessimo posto drasticamente rimedio al problema delle emissioni, ossia come se fosse del tutto cessato il forcing antropico, che invece, nella misura in cui è definito, è vivo e lotta insieme a noi, visto che la concentrazione di anidride carbonica non ha mai smesso di aumentare. Sono solo quelle proiezioni il problema? No, perché, scrivono i due, a ben vedere questo è stato sin qui il destino della maggior parte delle simulazioni sul comportamento della temperatura del pianeta in relazione alla CO2 che siano state messe in circolazione, comprese quelle che le Nazioni Unite hanno adottato a supporto degli interminabili quanto sterili negoziati sul clima.

Questo dicono i due, questo dicono i dati. Questo non lo dicono le proiezioni, che continuano ad essere aggiornate spostando sempre più in avanti il giorno del giudizio climatico, che secondo Hansen versione 1998 dovrebbe essere già arrivato da un pezzo.

Ma, questo non si può dire, almeno così sembra, viste le reazioni che il pezzo sul WSJ ha suscitato. Non è vero! Dagli al negazionista! Vergogna! Il WSJ è carta straccia! Leggere per credere, sia la discussione sul Tweet di Roger Pielke sr che i commenti in calce all’articolo vero e proprio. Naturalmente, nessuna risposta nel merito, solo una bella serie di insulti e un buon numero di atti di fede nei confronti della teoria del clima ormai spacciato. Però, se doveste sentirvi soli dopo la lettura, potete sempre dare un’occhiata ad un altro articolo in cui qualcuno si è preso la briga di mettere l’accento sul carattere davvero poco scientifico ma molto attivistico delle dichiarazioni sul tema rese da fior fiore di scienziati.

Nel frattempo, forse perché troppo impegnato a cacciare le streghe, qualcuno vede i fantasmi e lancia l’allarme del secolo: la NOAA, Servizio Meteorologico degli USA nonché massima autorità mondiale nel settore del tempo e del clima, starebbe per perdere d’imperio la parola “clima” nella sua mission:

Le due cose, tempo e clima, ovviamente, non possono essere scisse, neanche d’imperio. La faccenda però, pur senza senso, vale i suoi bit, i suoi like o i suoi troll, naturalmente secondo gradimento.

Se non sentiranno troppo caldo, temo che i nostri posteri si faranno davvero delle gran risate…

Enjoy.