Molto spesso ci viene chiesto quand’è che si avranno gli effetti della bassa attività solare sul clima del nostro pianeta. La risposta dipende, in realtà, da cosa si pensa che debba accadere… e in quanto tempo. Quindi, a chi fa questa domanda chiedo: cosa vuoi che ti dica come risposta?

Vediamo di capirci qualcosa!

Piccola premessa (si spera, l’ultima volta scrissi un poema epico).

Geologicamente e climaticamente parlando, sul pianeta Terra si sta vivendo una ERA GLACIALE. Questo perché il termine indica un periodo climatico durante il quale c’è presenza di ghiaccio sulle calotte polari.Al contrario, durante una ERA INTERGLACIALE, il ghiaccio è totalmente assente. L’attuale ERA GLACIALE sembra iniziata più o meno 3 milioni di anni fa.

Nel grafico qui sopra è possibile vedere la ricostruzione della temperatura “geologica” del pianeta Terra. Il grafico è suddiviso i 5 sezioni ed ognuna ha una scala diversa per quanto riguarda il lasso di tempo rappresentato. Paragonare una temperatura “recente” ad una del passato, com’è stato fatto nei giorni scorsi dai media sensazionalistici e catastrofisti, non ha alcun senso… ne logico, ne tanto meno scientifico. La risoluzione “temporale” del grafico cambia enormemente e la media su un periodo di migliaia di anni, non può, logicamente, essere “uguale” a quella attuale, basata appena su qualche anno!

Ad ogni modo, tornando alla premessa, la temperatura media su un periodo di 3 milioni di anni, è ancora abbondantemente negativa. E considerando la presenza di calotte di ghiaccio su entrambi i poli del pianeta, è giusto specificare che siamo già dentro una Era Glaciale

Semplicisticamente parlando, però, spesso si fa riferimento ad una Era Glaciale intendendo il Periodo Interglaciale Freddo terminato indicativamente 10-11.000 anni fa.
Per capire meglio cosa intendo… va spiegato (l’ho fatto migliaia di volte ormai) che l’Era Glaciale si divide, climaticamente, in Periodi Interglaciali Freddi (detti anche Periodi Glaciali) e Periodi Interglaciali Caldi (detti anche Periodi Interglaciali). La differenza è data dall’estensione della calotta glaciale e dalla temperatura media del pianeta. Quest’ultima, si badi bene, oscilla (nell’ultimo milione di anni) tra i 6 e i 15°C circa. Attualmente la temperatura media è compresa tra i 14.2 e i 14.5°C.

Detto questo…

L’attività solare viene monitorata, registrata e studiata quotidianamente, da circa 400 anni. Nel corso di questo lasso di tempo, di scoperte ne sono state fatte tante. Compresa la relazione tra alcuni isotopi particolarmente “sensibili” all’attività solare, e l’attività solare stessa. Studiando la concentrazione di tali isotopi nel corso del tempo, tramite analisi di carote di ghiaccio e/o stratificazione dei sedimenti lacustri, terrestri e oceanici, è stato possibile ricostruire l’andamento dell’attività solare, nello specifico del numero MEDIO delle macchie solari, nel corso degli ultimi 9000 anni.
Il grafico ha una valenza qualitativa e non quantitativa. Nel senso che i valori reali potrebbero non essere precisi!

Analizzando questo grafico, possiamo intuire facilmente quanto sia variabile l’attività solare nel lungo periodo. Questo ci permette di comprendere meglio l’importanza del periodo noto come Piccola Era Glaciale, che ha visto, in pochi secoli, il susseguirsi di diversi Minimi Solari.
E qui bisogna fare un’ulteriore premessa.

Il Ciclo undecennale dell’Attività Solare misura il numero delle Macchie Solari visibili sulla fotosfera del nostro Sole. Il ciclo ha una durata media di circa 11 anni con un “massimo” e un “minimo”. Al termine del ciclo la polarità (normalmente) si inverte e il ciclo ricomincia. La polarità delle macchie solari presenti negli emisferi Nord e Sud del Sole, DEVE essere differente. Se non lo è il ciclo che deve iniziare potrebbe subire gravi problemi e “abortire”. Ovvero potremmo non avere macchie solari.
Il condizionale è d’obbligo… visto che non abbiamo dati sufficienti per affermare che il comportamento del Sole possa essere diverso. Lo si studia da troppo poco tempo e con mezzi che solo negli ultimi 40-50 anni permettono misurazioni precise e approfondite.

Chi crede alla teoria del Riscaldamento Globale Antropico, afferma in modo insindacabile che l’attività solare non ha alcuna influenza sul Clima Terrestre. Qualcuno osa andare oltre… specificando “meglio” che il Sole HA INFLUENZA sul Clima ma non sui Cambiamenti Climatici. E qui si inizia a capire il gioco di parole che usano lorsignori per avere ragione a prescindere.

Con “Cambiamenti Climatici” si dovrebbe intendere l’insieme delle variazioni del Clima in un dato periodo. Loro, invece, intendono le variazioni del Clima dovute unicamente alle emissioni di CO2 da parte delle attività umane.
Si, perché per loro l’unica causa dei “Cambiamenti Climatici” è l’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera.

Per provare a capire meglio quali siano gli effetti delle variazioni climatiche, diamo uno sguardo alla ricostruzione delle temperature della Groenlandia nel corso degli ultimi 10.000 anni.

Anche in questo grafico bisogna ricordarsi che la linea rossa rappresenta una MEDIA e non il valore “assoluto”. Nella parte destra del grafico ci sono 2 “+” che indicano la temperatura nel 1855 e nel 2009. Questi punti NON VANNO paragonati ai punti che formano la linea rossa.

Guardando il grafico in questo formato, l’unica cosa che possiamo capire è che “oggi”, la temperatura media della Groenlandia sembra essere decisamente inferiore di quasi 1°C rispetto a quella degli ultimi 8-9000 anni.

Guardando entrambi i grafici, però, non riusciamo a capire se c’è o meno una qualche relazione tra l’Attività Solare e la temperatura della Groenlandia.
Sovrapponendoli entrambi, però, le cose appaiono differenti:

Partendo dalla sinistra del grafico, troviamo subito un ritardo tra la linea della temperatura e quella dell’attività solare. Un ritardo di circa 200 anni. Tale ritardo è dovuto al fatto che il Clima Terrestre è altamente dinamico. Per ogni variazione dell’energia in arrivo, nel sistema climatico si attivano tutta una serie di “misure”, oceaniche e atmosferiche, tali da permettere la REDISTRIBUZIONE del calore in (quasi) ogni punto del pianeta.

L’aumento della temperatura, quindi arriva solo “dopo” che l’energia è stata redistribuita ed inizia ad accumularsi.
Al picco “negativo” dell’attività solare di ~8500 anni (circa 6500 a.C.)anni fa, ha fatto seguito un aumento verticale del numero delle macchie solari e quindi dell’attività solare.
In quel periodo in Groenlandia la temperatura era molto bassa. E solo dopo circa 2 secoli ha iniziato ad aumentare. Tra l’altro il raffreddamento si è protratto ben oltre il minimo di attività solare di quel periodo.
Successivamente l’attività solare ha raggiunto il suo massimo ed ha ricominciato a diminuire. La temperatura ha sesso di aumentare parecchi secoli dopo per poi iniziare a diminuire seguendo abbastanza fedelmente, quella che è stata l’attività solare.

Continuando ad osservare i 2 grafici sovrapposti, si riesce ad intuire che la relazione tra Attività Solare e Temperatura in Groenlandia, c’è ed è evidente.

Quello che emerge è che non è tanto “l’intensità” dell’attività solare che conta… ma la sua persistenza.

Questo lo si evince chiaramente guardando i grafici degli ultimi 2 secoli.
L’aumento della temperatura media del pianeta è stato evidente e nessuno può negarlo. Alla fine del 1800 si usciva dal periodo storico noto come Piccola Era Glaciale (PEG) e ci si avviava a grandi passi verso l’attuale Massimo Moderno con le (ovvie) temperature più alte degli ultimi secoli (scoperta dell’acqua calda da parte dei soliti media).
Ma questo è stato dovuto ad una sequenza di cicli solari molto forti e non a fattori “strani” come l’aumento dell’anidride carbonica, la quale ha un ritardo di circa 230-250 anni rispetto alle variazioni della temperatura.

Tra l’altro, in questo grafico, possiamo vedere che la linea delle macchie solari è leggermente diversa dalla linea della ricostruzione mediante dati proxy (in questo caso l’isotopo 14C).

Per concludere…. tornando alla domanda di partenza: tra quanto tempo assisteremo alla risposta del clima a seguito della variazione dell’attività solare?

La risposta corretta è: lo stiamo già facendo.
La prima cosa che avviene nel clima è una “perdita” della sua stabilità. Il clima diventa più instabile e dinamico, con sbalzi molto pronunciati della temperatura che all’inizio, e nel breve periodo, non sembrerà seguire il reale trend dell’attività solare. Nel mondo di “oggi” le dinamiche climatiche sono condizionate dalla temperatura degli oceani… Pacifico e Atlantico. Entrambi giocano un ruolo chiave.
Basti pensare che una delle differenze principali tra l’attuale clima (con circa 14°C di media mondiale) e quello del periodo dei Dinosauri (oltre 30°C di media globale), è dato dalla DISPOSIZIONE delle terre emerse.
All’epoca le varie zolle continentali erano molto più raggruppate ma staccate l’una dall’altra. L’oceano copriva quindi gran parte del pianeta e le correnti oceaniche garantivano una redistribuzione del calore molto migliore rispetto ad oggi.
Con il passare del tempo, però, la redistribuzione del calore (prima a livello oceanico e poi a livello atmosferico) diminuisce e le temperature iniziano a stabilizzarsi e scendere (nel caso di una diminuzione dell’attività solare). Tale diminuzione, però, dipenderà dal tempo in cui l’attività solare si manterrà bassa o in diminuzione. Più a lungo durerà tale fase, più il clima tenderà a raffreddarsi.

Nel prossimo futuro, stando alle proiezioni dei modelli, dovremmo avere almeno 60-70 anni di bassa attività solare (non oltre quella registrata durante il ciclo 24). Questo significa che, presumibilmente, nel corso dei prossimi decenni, dovremmo assistere ad un concreto raffreddamento del clima. Al momento, però, l’unica cosa sulla quale possiamo essere certi, è che aumenteranno le oscillazioni del Jet Stream (Onde di Rossby) e conseguentemente, le variazioni anche piuttosto repentine delle temperature locali. Specie nell’emisfero boreale, maggiormente sensibile a tali fluttuazioni.

Per ora mi fermo qui.

Buona giornata
Bernardo Mattiucci