Di Fiorentino Marco Lubelli – 19 Marzo 2020
Avevamo descritto ad inizio mese una particolare condizione delle temperature artiche che non si verificava dal 2013. Avevamo descritto una anomalia negativa in queste temperature, che stante l’eccezionale forza del VP di questo inverno, avrebbe potuto, alla naturale evoluzione del destrutturamento del VP, determinare le condizioni per episodi invernali tardivi. Non sono rari questi episodi, soprattutto alla fine di periodi invernali estremamente miti come quello che abbiamo vissuto. Oggi i principali modelli confermano l’arrivo di un nucleo di aria artico-continentale con obiettivo principale compreso tra Balcani e Italia. Nello specifico l’irruzione dovrebbe avere due fasi: nella prima l’irruzione collegata ancora all’alimentazione artica colpirebbe le regioni adriatiche italiane, poi successivamente, a causa di una ripresa della circolazione zonale, l’alimentazione artica si esaurirebbe determinando al contempo la retrogressione del nucleo gelido con target previsto sulle regioni settentrionali. Questa particolare evoluzione dovrebbe penalizzare tutta la prossima settimana con precipitazioni persistenti al sud, calo termico di 10-15°C su buona parte delle regioni settentrionali ed adriatiche e possibili nevicate in pianura al centro-nord tutte ancora da confermare. Tra le invernate tardive, quella che vivremo si avvicina molto a quella dell’aprile 2003. Vediamo nello specifico le somiglianze tra le due irruzioni.


Come potete notare l’alimentazione del fronte artico fu molto più vasta nel 2003 ma quella in arrivo ha delle caratteristiche più continentali con isoterme a 850 Hpa più basse.


In quella occasione le nevicate colpirono soprattutto le regioni adriatiche con neve a Pescara e a Bari. In questo caso le caratteristiche sembrano più promettenti rispetto a quella irruzione con una traiettoria più settentrionale. Vedremo nei prossimi giorni più nel dettaglio i confini di una irruzione che potrebbe far parlare di sè.
Fonte: Progetto scienze