Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 04 Febbraio 2020
Fonte originale:  http://www.climatemonitor.it/?p=52314

La storia di cui vi racconto oggi viene dal Wall Street Journal, ed è da standing ovation. Il titolo originale è “Un’educazione riscaldata per Oxford”. Trattasi, come avrete capito, dell’Università di Oxford, tempio dell’educazione alla conoscenza e, a quanto pare negli ultimi tempi, anche dell’impegno ambientale.

Accade infatti che alcuni solerti studenti, decisi più che mai a cambiare le sorti del mondo, abbiano occupato l’ufficio di quello che a casa nostra chiameremmo economato, rifiutandosi di abbandonarlo finché l’economo, appunto, non avesse promesso di cancellare ogni investimento nei combustibili fossili della prestigiosa istituzione. In tutto, circa 10 mln di dollari agganciati ai profitti delle orribili Shell e BP.

Il gestore dei cordoni della borsa, in tutta evidenza non sua, ha dovuto purtroppo ammettere di non poter promettere niente, almeno non nel breve periodo, ma di essere altrimenti pronto, da subito, a spegnere la caldaia del riscaldamento centralizzato.

Ricevuta la proposta, gli eroi del clima pare siano rimasti inorriditi e qualcuno ha ribattuto che quella dell’economo era una provocazione bella e buona. Senza scomporsi più di tanto e, senza naturalmente perdere quella dose di humor e buon senso propria dei veri gentiluomini britannici, il nostro ha ribattuto di essere pienamente consapevole di di essere provocatorio, ma di voler in realtà provocare un pensiero, quello cioè che è sin troppo facile richiedere che vengano presi con immediatezza dei provvedimenti di cui non si deve pagare alcun prezzo, una cosa diversa è invece esser disposti a fare sacrifici per la salvaguardia dell’ambiente, opzione che egli asserisce di preferire.

A quel punto, saranno probabilmente tornati tutti al caldo delle loro aule e dei loro alloggi, per la gioia (anche) di Shell e BP.

Una lezione semplicemente da applausi.

Lo trovate qui: A Heated Oxford Education.