In questo articolo voglio sottolineare e spiegare i motivi che mi spingono a pensare che nel 2020 avremo un cambiamento drastico a livello climatico.

Partiamo dal primo fattore: l’attivita solare raggiungerà il suo minimo proprio il prossimo anno; minimo molto profondo, da record. Bisognerà vedere, poi, se e quando il ciclo successivo ripartirà.
Anche dovesse ripartire, sarà comunque molto debole.

Secondo elemento: avremo nel 2020 configurazioni astronomiche rarissime, tipiche di quelle che si hanno tra il passaggio tra un’era ed un’altra. Come ci insegnano gli studi di astrofisica, la componente astronomica è determinante nei cambiamenti climatici (ere climatiche, cicli di Milanković, precessione degli equinozi).

Fonte: https://www.solarsystemscope.com/

Da evidenziare come tra marzo ed aprile 2020 i pianeti Giove-Saturno-Marte-Plutone saranno perfettamente congiunti tra loro. Eventi del genere accadono una volta ogni 750 anni circa. Esempi: 1300, 530, 220 a.C circa.
Eventi salienti di questi periodi furono raffreddamenti climatici estremamente intensi e rapidi, figli di eruzioni vulcaniche molto potenti. Ricordiamo il Samalas alla fine del 1200, seguito da eruzioni vulcaniche in Islanda ad inizio 1300; il supervulcano ‘Ilopango nel 536. Pur non avendo dati precisi, lo storico Tito Livio scrive che nel 220 a.C. a Roma caddero 2 metri e 10 centimetri di neve. Record mai più battuto.

Quale potrebbe essere il meccanismo che scatena questi cataclismi?
Partiamo da Giove e Saturno. Essi sono i pianeti più grandi del sistema solare, con una massa enorme. Giove, inoltre, possiede un’altra caratteristica che lo rende “unico”: il suo CAMPO MAGNETICO.
Tolto il sole, non esiste alcun pianeta con un campo magnetico così potente. Il plasma solare, formato da atomi di idrogeno e elio immersi in un “mare” di elettroni, è un perfetto conduttore, sensibilissimo ai campi elettromagnetici e gravitazionali esterni.
Le congiunzioni Giove-Saturno possono determinare la formazione di macchie molto grandi sulla superficie del Sole, in grado di produrre tempeste solari severe . Se a tali pianeti congiungiamo anche Marte e Plutone, il rischio che si producano onde gravitazionali ed elettromagnetiche di una certa entità diventa concreto.

Come possiamo ricostruire da eventi passati, i principali terremoti ed eruzioni possono essere ricondotti a cause astronomiche. Tornando al vicino settembre 2017, abbiamo avuto 5 corpi celesti (4 pianeti ed il Sole) congiunti insieme: Mercurio, Venere, Marte , Luna e Sole. Ed in tale mese si sono verificate due tempeste magnetiche di classe X; per fortuna ci hanno solo sfiorato, ma sono bastate per produrre terremoti devastanti in Messico ed un generale incremento dell’attività sismica globale. Un altro evento simile accadde nel maggio 1941, con ben 6 pianeti congiunti. Le aurore boreali seguenti furono visibili fin al di sotto del 40 esimo parallelo (anche a Lisbona). In quell’anno ci fu un El Nino molto potente, insieme ad una attività sismica notevole (terremoto M 8.4 nelle Isole Azzorre). Terremoto violento in Italia centrale dicembre 1941.

Nel 2000 ,congiunzione Giove-Saturno, tempeste solari di una certa entità. Molto forte quella del 14 luglio 2000, di classe X5.

Di seguito, alcuni esempi di congiunzioni planetarie associate ad eruzioni vulcaniche/ terremoti:

  • Cong. Giove-Saturno 1980, eruzione St.Helens, Usa. VEI 5.
  • Cong. Saturno-Plutone nel 1982: l’eruzione di El Chichón in Messico provoca 1.879 morti. VEI 5. Potentissimo El Nino 1982/83.
  • Cong. Saturno-Giove 1901: eruzione Pelee’ in Martinica, 40.000 morti, VEI 4-5. 1902: erutta il vulcano Santa Maria in Guatemala, provocando circa 2.500 morti. VEI 6.
  • Cong. Giove-Saturno  1961, devastante sisma in Cile M 9.2 nel 1962.

Tra le altre ipotesi riguardo gli effetti delle congiunzioni planetarie, alcuni scienziati ipotizzano che i pianeti, quando sono congiunti, producano vibrazioni sotto forma di onde sinusoidali, molto simili alle frequenze in Hertz, le quali vanno a stimolare l’attività tellurica e la produzione di macchie solari.

Conclusione

I meccanismi sopra citati si ripresenteranno nella primavera del prossimo anno, proprio mentre le fasi di luna piena avverranno in perfetta accoppiata al perigeo (marzo-aprile), in fase di minimo solare ed in prossimità dell’equinozio, momento in cui il campo magnetico terrestre è più debole e quindi vulnerabile. Probabile il prossimo anno un cambiamento netto. Del resto, tutti i raffreddamenti climatici sono partiti in maniera piuttosto improvvisa, ed i vulcani hanno sempre avuto un ruolo determinante .

Non mi stupirei se la storia si ripetesse…

Alessio