12.000 anni di agricoltura hanno ridotto il numero di alberi SOLAMENTE del 46%
Scritto da Krishna Pillai – K2P Blog (Svezia)
8 Settembre 2015 – http://ktwop.com/2015/09/03/12000-years-of-agriculture-has-only-reduced-tree-numbers-by-46/
Traduzione a cura di Mauri Sesler (scientific translator)
E’ stato pubblicato un nuovo studio nel quale si prova ad effettuare il conteggio del numero di alberi a livello planetario.
Crowther, T. W. e al., Mappatura della densità degli alberi su scala globale, Nature – http://dx.doi.org/10.1038/nature14967 (2015)
Gli autori scoprono che ci sono 3,04 miliardi di alberi e che questo è un numero che è circa 7 volte più grande di quanto si pensasse. Essi inoltre stimano che nonostante i 12.000 anni di agricoltura, il numero di alberi in tutto il mondo si è ridotto solo del 46%.
Ma poi ho ascoltato l’autore principale, Thomas Crowther, che oggi è stato intervistato sulla BBC (3 Settembre). Sono rimasto molto meno colpito dalla sua apparente mancanza di buon senso. “La magnitudine dell’impatto umano è stupefacente“, dice.
Davvero?
Vi è stata una riduzione di meno del 50% del numero di alberi in 12.000 anni di agricoltura – con associata la conseguente scomparsa di intere foreste – servita a nutrire 7 miliardi di persone. Un impatto umano che è inferiore allo 0,0038% annuo (3,8% per 1000 anni) viene ritenuto essere “stupefacente“.
Crowther inoltre sostiene che i loro risultati non incidono sulla “scienza di carbonio”. Anche in questo caso, è davvero così?
Sette volte il numero di alberi che era calcolato in precedenza significa 7 volte più biomassa esistente nella forma degli alberi, il che porta a 7 volte la cifra precedentemente calcolata di inventario di carbonio che è rinchiuso negli alberi. Significa anche che ogni anno muore un numero di alberi che è 7 volte maggiore di quanto si credesse in precedenza. Il che rende le emissioni di carbonio di origine antropica una frazione ancora più piccola (4% c.a) delle emissioni di carbonio naturali.
Crowther sembrava un venditore di aspira polveri intento a incensare il suo prodotto. Continuava a sottolineare l’importanza della sua ricerca pur negando che aveva eventuali implicazioni per “la scienza politicamente corretta”. La stima del numero di alberi è interessante e potrebbe essere qualcosa da utilizzare per elaborare dei calcoli sui cicli di carbonio. Suggerisce anche che l’allarmismo sulla biodiversità a rischio degli alberi è del tutto infondata. Ma alcune delle loro conclusioni sono semplicemente stupide e orientate al guadagno di maggior quantità di finanziamenti, con la dimostrazione di essere “politicamente corretti”.
In altre parole questo è uno studio scientifico ragionevolmente interessante, ma con conclusioni del tutto idiote.
Oh mamma!
Estratto: “L’estensione globale e la distribuzione degli alberi delle foreste è fondamentale per la nostra comprensione della biosfera terrestre. Noi forniamo la prima mappatura spazialmente continua di densità degli alberi delle foreste su scala globale. Questa mappa rivela che il numero globale di alberi è di circa 3.04 trilioni, un ordine di grandezza superiore alla stima precedente. Di questi alberi, circa 1.390 miliardi esistono nelle foreste tropicali e subtropicali, con 0.740 miliardi nelle regioni boreali e 0.610 miliardi nelle regioni temperate. Le tendenze a livello di densità biometrica degli alberi dimostrano l’importanza del clima e la topografia nel controllo della densità a livello locale degli alberi su scala più fine, così come l’effetto opprimente degli esseri umani nella maggior parte del mondo. Sulla base delle nostre proiezioni sulla densità degli alberi, si stima che più di 15 miliardi di alberi vengono tagliati ogni anno, e il numero globale di alberi è diminuito di circa il 46% dall’inizio della civiltà umana.”
Krishna Pillai – “Mi ci sono voluti 45 anni e 5 paesi (India> Regno Unito> Svezia> Giappone> India> Germania> Svezia), lavorando come apprendista ingegnere, ricercatore universitario, sviluppatore di tecnologia, venditore, dirigente aziendale ed autore, per arrivare a questo blog. I miei post riflettono tutto ciò che riveste maggiore importanza nella mia mente, ma soprattutto questioni che hanno a che fare con il comportamento, lo sviluppo, l’energia, il clima, l’ambiente, l’evoluzione e l’energia elettrica.”