Questi stessi personaggi vivono in grande comfort come fanno alcuni attivisti “anti-carbonio”, imbonitori climatici e altre specie invasive – e questo a scapito del vostro denaro e delle vostre risorse.

Scritto dal Dott. Klaus L.E. Kaiser – Ontario (Canada)

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La canzone pluripremiata della famiglia Von Trapp nel musical The Sound of Music sta ricevendo nuova linfa vitale da un angolo inaspettato – il Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation o CSIRO in forma abbreviata, in Australia. Lì, al CSIRO, l’accento si sta spostando dalla modellistica climatica alla mitigazione e all’adattamento.

Se si allarga il raggio visuale, le cose non sembrano andare molto meglio per la folla anti-carbonio che raccomanda la “de-carbonizzazione” lanciando grida di battaglia quali “Leave it in the Ground” e promuovendo idee ad esso associabili. Una delle scoperte più recenti è che lo sbiancamento della barriera corallina (il che significa, la morte dei coralli) potrebbe essere solo il risultato di infezioni virali. Fino ad ora, la maggior parte degli studi aveva sostenuto che la causa dello sbiancamento è il “cambiamento climatico”.

Lo Sbiancamento della Barriera Corallina

Secondo un recente rapporto pubblicato sul Marshalltown, “L’anno scorso, la NOAA ha dichiarato che il mondo sta adesso vivendo il suo terzo evento di sbiancamento globale dei coralli, dopo gli ultimi due, che si sono verificati nel 1998 e nuovamente nel 2010. L’evento corrente ha avuto inizio nell’Oceano Pacifico settentrionale nel 2014, per poi trasferirsi a sud, nel 2015 e potrebbe continuare nel corso di quest’anno, hanno dichiarato i funzionari della NOAA.”

In altre parole, gli eventi di sbiancamento dei coralli si sono verificati in passato ed è possibile prevedere che la cosa si ripeta in futuro. Nei periodi successivi, i coralli tendono a recuperare e a tornare in buone condizioni – nonostante il costante aumento dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera nel corso sia di quel periodo di tempo che nel corso di fasce di tempo più lunghe. Ovviamente, quella osservazione da sola dovrebbe renderti sospettoso delle attestazioni ampiamente pubblicizzate nel recente passato secondo cui tali eventi sono stati in gran parte causati dal “cambiamento climatico”, come è stato fatto da molte ONG, come il World Wildlife Fund (WWF).

Ma non devi essere un appassionato dell’acquario marino per saperlo. I coralli sono creature molto sensibili che sono inclini allo “sbiancamento”. Il solo guardarli con una smorfia minacciosa può portarli a sbiancarsi!  La ricerca compiuta dal Servizio Geologico degli Stati Uniti (U.S. Geological Service)  ha mostrato che la polvere e i funghi ad essa legati che vengono trasportati dai venti provenienti dall’Africa hanno causato l’insorgere di numerose malattie in coralli tanto lontani quanto quelli nelle isole Caraibiche.

Nonostante tutta quella sensibilità, i coralli sono comunque in circolazione da miliardi di anni e ancora oggi sembrano essere complessivamente alquanto fiorenti. E c’è una sostanza che garantisce virtualmente il loro benessere: una quantità sufficiente di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera.

Il Benessere dei Coralli

Il benessere dei coralli si basa su una quantità sufficiente nell’aria di anidride carbonica (CO2), conosciuta anche come lo “straordinario male del giorno”. Dall’aria, prontamente la CO2 viene assorbita dall’acqua ALCALINA dell’oceano e, tramite alcuni passaggi intermedi, viene convertita in carbonati di calcio scolpiti come coralli. Ad esempio, molti atolli nel Pacifico occidentale non sarebbero stati possibili senza la costante costruzione da parte dei coralli di sempre più “abitazioni coralline.”

Naturalmente, oltre ai nemici naturali dei coralli che sono stati recentemente scoperti appartenenti alla varietà dei virus, i coralli hanno anche altri nemici da fronteggiare, come il pesce pappagallo. Questi pesci, con il loro becco affilato come quello dei pappagalli, amano sgranocchiare i coralli (preferibilmente quelli viventi) per sostenere il proprio metabolismo. Non è altro che parte di quella lotta di tutte le specie in natura per sopravvivere e procreare. Perché dovrebbe essere diverso per i coralli? Ma i pesci pappagallo sono davvero lì solo per distruggere i coralli?

Infatti, il pesce pappagallo contribuisce alla crescita delle barriere coralline e degli atolli, nello stesso modo in cui altri predatori mantengono la popolazione delle loro prede sotto controllo e in buona salute. Senza questi nemici naturali, l’equilibrio (molto dinamico) di predatori e prede porterebbe rapidamente ad estremi di un tipo o un altro. Ci sono alcuni ben noti esempi di questo tipo, dove l’influenza umana ha causato effetti similari. Naturalmente, le conseguenze a lungo termine di tali azioni non erano state previste in quel momento. Se non altro, l’uomo pensava di stare “aiutando” la natura – e non di sconvolgerne gli equilibri.

Miglioramenti

A parte gli intenzionali “miglioramenti” del paesaggio naturale con specie provenienti da altri continenti, c’è un numero ben maggiore di conseguenze impreviste derivanti dall’introduzione di organismi in altre terre. Solo in Nord America, ci sono nell’ordine di 300 nuovi arrivati, alcuni dei quali stanno incontrando ben poca concorrenza dalle specie autoctone. Io sto escludendo da questa analisi cose quali virus e batteri e sto parlando solamente di piante e animali. Ad esempio, la carpa macrocefala asiatica (Hypophthalmichthys nobilis) è riuscita ad attraversare il sistema del fiume del Mississippi fino ad arrivare alle porte di Chicago. Nonostante il posizionamento di una serie di barriere elettriche,  le carpe asiatiche sembra che siano arrivate nella regione dei Grandi Laghi (GL), dove sono indesiderate (immagine qui sotto, carpa asiatica, fonte: Fisheries and Oceans Canada).

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Altre specie precedentemente introdotte che hanno causato sia costi economici che problemi ecologici nel sistema dei Grandi Laghi sono, per esempio, il piccolo mollusco chiamato cozza zebrata (Dreissena polymorpha) e la lampreda di mare (Petromyzon marinus). Quest’ultima ha causato un grave declino degli stock ittici salmonidi nel sistema dei Grandi Laghi, cosa che nel 1950 portò alla costituzione di una Commissione Congiunta Canadese / Statunitense per la Pesca nei Grandi Laghi e al trattamento regolare di tutti gli affluenti dei GL per tenere sotto controllo l’abbondante presenza della lampreda. Le iniziali speranze di poter sradicare quei pesci parassiti anguilliformi dai GL si devono ancora materializzare. Infatti, il venire alle prese con la realtà è stato il loro primario modus operandi e questo sta andando avanti oramai da un certo tempo.

La Realtà va Componendosi

La realtà va lentamente componendosi, tutto intorno. Tanto per cominciare, lo sradicamento di qualsiasi specie da una massa di terra grande tanto quanto un intero continente o un corpo di acqua grande tanto quanto la regione dei GL è quasi impossibile. Su una massa di terra relativamente piccola come l’isola Big South Cape (1.000 ettari) della Nuova Zelanda, è possibile che l’eliminazione dei ratti abbia avuto esito positivo.  Ma su scala più ampia, lo sradicamento di specie (introdotte) è notevolmente più difficile — di diversi ordini di grandezza. Permettetemi di portare un altro esempio, il coleottero asiatico dalle lunghe corna (immagine qui sotto, fonte: Canadian Food Inspection Agency).

beetlelonghornIl coleottero asiatico dalle lunghe corna (Anoplophora glabripennis), noto anche come scarabeo del cielo stellato, lungo circa 1.30 cm (escludendo le lunghe antenne), è stato inavvertitamente introdotto nel sud dell’Ontario (Canada) circa vent’anni fa. Originariamente, ad esserne colpiti sono stati soltanto alcuni alberi di acero della metropoli di Toronto, ma poi dato che gli alberi di acero compongono gran parte delle foreste del sud dell’Ontario, lo scarabeo è divenuto senza alcun dubbio una grave minaccia. Il governo ha risposto rapidamente facendo tagliare gli alberi colpiti e proibendo i movimenti del legno dalla zona colpita nel lontano entroterra. Nonostante tutti gli sforzi fatti per contenere e sradicare lo scarabeo “alla fonte”, da allora l’insetto si è ancora più diffuso.

Il motivo principale di questo portare ad esempio il caso dello scarabeo è quello di mostrare quanto sia difficile il “solo” contenimento di simili nuove specie recentemente introdotte. Non dovrebbe essere sorprendente che tutti i tentativi di sradicamento richiedono sforzi anche molto maggiori. Infatti, il divario tra speranze e successi continua ad aumentare.

Il Grande Divario: Aspettative vs Successi

In altre parole, il divario tra aspettative esuberanti e la dura realtà sta affondando nella coscienza più ampia. Lo si vede ogni giorno. Dai prezzi enormemente sopravvalutati di alcuni titoli azionari a tutte le promesse di energia “gratuita” ricavata dal sole e dal vento, i fatti stanno diventando sempre più incoerenti con i proclami. La più recente “invenzione” dei power broker del giorno, cioè i tassi di interesse negativi è solo un altro esempio che si può fare.

Dopo decenni caratterizzati da “un’attenta gestione” dei sistemi finanziari, alcuni operatori della banca centrale sentono il bisogno di farla finita con i contanti, di farti pagare per “immagazzinare” i risparmi in banca e poi dirvi che è per il tuo bene. Nel frattempo, questi stessi personaggi vivono in grande comfort, come fanno alcuni attivisti “anti-carbonio”, imbonitori climatici e altre specie invasive – e questo a scapito del vostro denaro e delle vostre risorse.

Non vorreste augurare loro Farewell e Addio?


 

Dott. Klaus Kaiser – Ontario (Canada) – è l’autore di “CONVENIENT MYTHS, the green revolution – perceptions, politics, and facts” – www.conventientmyths.com

Il Dott. Klaus L.E. Kaiser è uno scienziato professionista con un dottorato in chimica ottenuto presso il Politecnico di Monaco di Baviera in Germania. Ha lavorato come ricercatore scientifico e capo progettuale al Canada Centre for Inland Waters del Ministero dell’Ambiente Canadese per più di 30 anni ed è attualmente il Direttore di Ricerca presso TerraBase Inc. Il Dott. Kaiser è attivo nell’ambito della ricerca da più di quattro decenni; è l’autore di quasi 300 pubblicazioni su riviste scientifiche, relazioni governative e di agenzie internazionali, libri, riviste e quotidiani. 

Traduzione a cura di Mauri Sesler