Ripropongo in versione integrale un mio lungo articolo, pubblicato originariamente in 4 parti nei giorni 3, 5, 7 e 10 gennaio 2013.
Ricco di spunti di riflessione e nozioni di base sul Clima e le dinamiche solari, tale articolo è la base di una successiva discussione che pubblicherò nei prossimi giorni. Una discussione che mi sta facendo riflettere sul fatto che le cause dei cambiamenti climatici debbano essere molteplici e tutte sincronizzate tra loro.

Buona lettura!

 

Prima parte – 3 Gennaio 2013

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Prima di addentrarci nei meandri bui e gelidi dello scenario più apocalittico che si possa immaginare per il nostro futuro, è bene chiarire un paio di concetti che, a quanto pare, non tutti hanno compreso!

Il Clima del nostro pianeta, benché una minoranza (o minorata?) degli scienziati dicono il contrario, dipende in larga parte dall’Attività del nostro Sole con le stesse proporzioni che ha l’acqua che bolle in una pentola nei confronti del fornello che la sta scaldando. Se si abbassa la fiamma del fornello, l’acqua smette di bollire.
Compreso il paragone?
Ecco… noi siamo la pasta!

L’attività del nostro Sole, se qualcuno non l’avesse capito, dipende principalmente da 2 fattori variabili nel tempo:
1) l’età del Sole
2) le influenze gravitazionali e magnetiche indotte da corpi esterni
Sappiamo (e comunque lo speriamo sempre) che l’età del Sole per noi non dovrebbe essere un problema. Al momento si stima che questa sia di circa 5 miliardi di anni e che il Sole continuerà con questo andazzo per altri 4 o 5 miliardi di anni. Per cui di questo non dobbiamo preoccuparci troppo.
Per quanto riguarda le influenze indotte da corpi esterni, bisogna precisare che solo una parte di queste riusciamo ad osservare e calcolare con sufficiente precisione. I corpi esterni sono diversi… primo fra tutti Giove… e a seguire più o meno tutti i pianeti del Sistema Solare, Terra compresa, in un ordine che dipende dalla potenza del campo magnetico del pianeta e dalla distanza del pianeta dal Sole.
Essendo le orbite dei pianeti sempre più o meno ellittiche, ne consegue che le influenze aumentano e diminuiscono con una periodicità ben precisa. Per cui le conseguenze delle variazioni cicliche dell’Attività Solare sul clima e sulla geologia del nostro pianeta, risultano essere a loro volta, cicliche.

Ultimo concetto da spiegare, e sono 3, è il fatto che dalla paleoclimatologia si evincono chiaramente 2 cose di fondamentale importanza…:
1) la temperatura media PREDOMINANTE sul nostro pianeta è di circa 8°C…. mentre quella di 14,5°C circa (come l’attuale) non rappresenta che il 5% circa dell’intera età geologica del nostro pianeta. Questo dovrebbe chiarire il fatto che, se oggi ci troviamo a vivere in un mondo con una temperatura prossima ai 15°C circa, è solo per una fottutissima BOTTA DI CULO. Chiaro?

2) Analizzando la sequenza temporale dei singoli periodi di tempo noti come “Periodi Interglaciali Caldi” (quelli con la temperatura di 14.5°C circa), si nota prima di tutto che la loro ciclicità è fissa… e poi si nota che la temperatura di 14.5°C circa è relativa solo all’ultimo periodo interglaciale. Gli altri periodi precedenti avevano temperature più alte. Ovvero… ad ogni periodo interglaciale caldo che si ripete, la temperatura è sempre un po più bassa del precedente!

Detto questo…
Cosa ci aspetta per il futuro?
La risposta è molto semplice: Freddo!

Ma c’è un problema…
Sia il Periodo Interglaciale Caldo che il Periodo Interglaciale Freddo, sono caratterizzati da climi miti. Ma tra un periodo e l’altro c’è quello che abbiamo ribattezzato Periodo di Transizione Interglaciale… che invece è caratterizzato da clima variabile e con eventi meteo estremi… Un periodo durante il quale avvengono tutti gli sconvolgimenti climatici e gran parte delle eruzioni vulcaniche che sconvolgono la crosta terrestre e determinano la parziale estinzione delle forme di vita sull’intero pianeta.
Tale periodo di transizione dura mediamente 10.000 anni circa… e i cambiamenti possono avvenire sia in modo repentino che lento e graduale.

Quindi, cosa ci aspetta in futuro?
Crediamo proprio che siamo entrati in un Periodo di Transizione Interglaciale in quanto i 12.500 anni circa dell’attuale Periodo Interglaciale Caldo sono finiti. Le Piccole Ere Glaciali ne sono una prova e questo perché l’andamento della temperatura media, durante un tale periodo caldo, dopo un iniziale incremento fino alla temperatura massima… pian piano inizia a diminuire… e più si va avanti in tale periodo caldo, più le PEG si fanno frequenti… L’ultimo raffreddamento scientificamente noto c’è stato… anche se pochi lo considerano tale… tra gli anni ’40 e ’70… decenni caratterizzati da un clima sostanzialmente più freddo della media. Questo ci induce a ritenere il Periodo Interglaciale Caldo ormai terminato…. o quasi!

Ma, quindi, cosa rischiamo? E perché?
…………………………alla prossima!

(fine prima parte)

 

Seconda parte – 5 Gennaio 2013

 

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[Allegata alla prima parte (pubblicata qualche giorno fa) ho inserito un’immagine fantasy, creata al pc, che mostra in qualche modo gli effetti del ghiaccio sull’ultraconosciutissimo ponte di Brooklyn a New York (USA). Oggi, allegata a questa seconda parte, inserisco invece una foto scattata il 27 Gennaio 2005 a Versoix (Svizzera), sul Lago di Ginevra, dove per 24 ore circa si è abbattuta una vera e propria tempesta gelata con venti fino a 100 km/h circa e temperature di -21°C. Impressionante, vero? Altre immagini e video di tale evento si possono reperire in giro per internet.]

È sconvolgente pensare a cosa potrebbe accadere al genere umano nel caso in cui ci si dovesse trovare a fronteggiare una Nuova Era Glaciale. Fortunatamente… o sfortunatamente che dir si voglia, il vero grosso problema che saremo chiamati ad affrontare nel prossimo futuro NON È il freddo gelido come chiunque è portato a pensare… ma le risorse di cui abbiamo bisogno. Il problema vero è, insomma, il nostro stile di vita.
Non è un segreto per nessuno che siamo “troppi” su questo pianeta. Troppi perché consumiamo troppe risorse, perché le sprechiamo e perché, magari, non facciamo niente per risolvere i tanti piccoli problemi della nostra vita quotidiana. Ma siamo anche troppi a non fare niente per migliorarla e per combattere il male interiore che affligge la nostra civiltà tecnologicamente avanzata… ovvero il culto del Dio Denaro.
Tranquilli… non voglio cambiare argomento… ma questa premessa è di fondamentale importanza per capire il significato dell’intero argomento.
Ci si deve mettere in testa una cosa…: NOI, SU QUESTO PIANETA, SIAMO OSPITI… NON PADRONI.
L’essere umano, benché molto potente e potenzialmente devastante, non ha la forza per modificare in modo permanente le forze della Natura. Il clima segue e seguirà sempre il suo ciclo naturale… dettato dal Sole, dalla relativa orbita intorno al centro della galassia, dai pianeti, dal gas interstellare che periodicamente il Sistema Solare incontra sul suo cammino, dalle comete che ogni tanto impattano sul pianeta distruggendo ogni cosa e da tutti i fattori naturali di origine geologica che direttamente o indirettamente lo influenzano.
Eppure, nonostante tutto questo pericolo, l’archeologia sta dimostrando con sempre maggiori prove, che la razza umana è sopravvissuta anche all’ultima era glaciale. Perché? Come ha fatto? Dove si è rifugiata?

La risposta va trovata nella distribuzione delle zone fredde e delle zone calde.
Attualmente abbiamo una fascia torrida, estesa tra i 23° nord e sud con al centro l’equatore; una zona temperata, estesa tra i 23 e i 66° sia a nord che a sud; una calotta polare che si estende dai 66° circa fino ai poli.
Siamo abituati ad immaginare, a causa di precise carenze nella letteratura scientifica di tipo “scolastico”, che durante i Periodi Interglaciali Freddi, l’intero pianeta viene ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio dai poli all’equatore… bloccando in un mega-freezer tutto e tutti. Ovviamente non è così.
Durante l’ultimo Periodo Interglaciale Freddo, conclusosi tra il 15.000 e il 10.000 a.C., la Calotta Polare Artica si estendeva su tutto il Canada e parte degli Stai Uniti fino alla latitudine di New York. Comprendeva ovviamente anche la Groenlandia e l’Islanda, la Scozia, la Scandinavia e parte la porzione nord-ovest della Siberia. Restavano prive di ghiaccio l’Alaska, la Siberia centrale ed orientale e tutto il resto del mondo. Sulle montagne più alte la neve e il ghiaccio si erano accumulati in quantità elevatissime… sia nell’emisfero boreale (Pirenei e Alpi in primis) che in quello australe (Ande ecc…). La Calotta Polare Antartica, invece, si era estesa in mare aperto presumibilmente fino a lambire la Nuova Zelanda e la Terra del Fuoco.

Il primo e più evidente “risultato” di tale enorme massa di ghiaccio e neve, era il livello dei mari… più basso di circa 300-400 metri rispetto ad oggi. Tanto che in varie parti del mondo si trovano città o resti di città in zone che oggi sono coperte da decine di metri di acqua.
Il perché di questa “anomala” distribuzione di ghiaccio… sbilanciata verso il Canada, è spiegabile, secondo molti scienziati, studiosi e ricercatori, solo con una “dislocazione della crosta terrestre”. Un evento, questo, causato dalla fluidificazione del magma sotto la crosta terrestre e dallo slittamento della stesso in modo relativo rispetto all’asse di rotazione del pianeta. Oggi veniamo bombardati da informazioni, notizie e “scenari” che ci descrivono lo spostamento del polo nord magnetico verso la Siberia. Però, gli stessi scienziati, ci spiegano che la calotta polare si crea per una precisa “angolazione” dei raggi del Sole durante il periodo invernale. Sapendo che durante tale Periodo Interglaciale Freddo il polo nord magnetico si trovava sul bordo nord della Baya di Hudson, in Canada, ne consegue che, teoricamente, l’intera crosta terrestre era leggermente spostata rispetto ad oggi. Questo spiega anche il perché sono stati ritrovati i Mammut in Siberia.
Ma allora?

Torniamo al quesito di prima… come fecero gli esseri umani di allora a sopravvivere?
La risposta è estremamente semplice: si sono spostati verso le aree più calde.
Oggi questo non è possibile se non con grandi difficoltà sia economici che di logistica… ed è questo il vero problema da affrontare! Non il freddo.

A presto…

(fine seconda parte)

 

Terza Parte – 7 Gennaio 2013

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La storia ci insegna che pressoché tutte le rivoluzioni che i vari popoli hanno combattuto in giro per il mondo, sono scaturite sempre da una precisa motivazione di tipo alimentare. Nello specifico, fino a quando la popolazione dei ceti medi e poveri riescono a mangiare con sufficiente costanza, la necessità di ribellarsi al regime è minima. Quando il popolo inizia ad avere fame… è quello il momento in cui iniziano i guai per tutti. Nessuno escluso.
Nella storia moderna questa è stata la regola alla base, ad esempio, della Rivoluzione Francese del 1789. In quel periodo il popolo era affamato ed esausto. La carenza cronica di cibo e le numerose malattie, avevano raggiunto livelli insopportabili e la gente si era ormai decisa a fare qualunque cosa pur di offrire un futuro, di qualunque tipo, ai propri figli. Il freddo della Piccola Era Glaciale, che a più riprese si fece sentire in tutta Europa tra il 1300 e il 1850, aveva radicalmente modificato la quantità e la qualità di colture nel vecchio continente e nel mondo. E durante gli anni più freddi, in Francia era diventato quasi impossibile coltivare il grano. Un alimento che, solo qualche secolo prima, veniva coltivato anche in Scozia e in Irlanda.
Questo accadeva qualche secolo fa… quando la società era per lo più di tipo contadino e per mangiare bisognava coltivare la Terra… Quando cioè nei pochi negozi delle grandi città, c’erano prodotti e cibo per le classi più ricche e benestanti, mentre i contadini producevano tutto in casa.
Oggi le cose sono cambiate. Di gente che vive con ciò che si produce in casa non ce ne sono più ormai da tempo e quei pochi che ancora lo fanno si possono contare sulle dita di una mano (monca).
A sostituire quello stato sociale c’è la Globalizzazione… un termine altisonante creato dai burocrati e dai banchieri per far soldi a palate sulle spalle del lavoratore… schiavizzato dal sistema e costretto a “prostituirsi”, lavorativamente parlando, per un tozzo di pane.
Con la Globalizzazione si è esportata la produzione dei beni e prodotti di maggior consumo in quelle aree del mondo nelle quali il costo del lavoro è minore rispetto alle aree dove tali beni e prodotti vengono venduti e utilizzati. Questo ha, di fatto, indebolito il sistema rendendolo estremamente fragile e fortemente dipendente dal Dio Denaro e dalla capacità di trasporto e conservazione di tali beni e prodotti.
Se per esempio non ce ne può fregare un tubo del “giocattolo” elettronico che di sicuro non ci cambia la vita se non limitatamente al nostro ego e al nostro svago personale, dall’altro ci interessa… o meglio… dovrebbe interessarci il fatto che il grano che consumiamo in Europa (che da più di mezzo secolo non è autosufficiente dal punto di vista alimentare) viene prodotto all’estero ed importato su Navi gigantesche che senza il preziosissimo petrolio non potrebbero che stare ferme. Certo… una volta si usavano navi di legno… spinte dagli abbondantissimi venti e guidati da una ciurma di marinai ubriaconi che se arrivavano a 50 anni era già tanto. Ma il sistema… la società… le città e il tessuto sociale, erano totalmente differenti da quelli odierni… ed una nave in meno che arrivava in porto, non procurava un dramma catastrofico da 7 miliardi di persone. Al massimo per un mese o due si riduceva il consumo di quel prodotto e si superava la difficoltà.
Ma oggi?
Cosa dobbiamo aspettarci oggi?

Il Sistema è estremamente fragile… ma questo l’ho già detto… e nel Sistema dobbiamo includere l’energia elettrica, il riscaldamento delle case, i trasporti, i servizi, il cibo (di cui sopra), le medicine, le telecomunicazioni, la sicurezza ecc… ecc…. ecc….. Qualunque cosa in questo “fottuto” (scusate l’eufemismo) mondo, dipende da una sola risorsa…: il petrolio!

Si, ok. Tutto bello e molto interessante… ma che diammine c’entra con l’Era Glaciale tutto ciò? Ecco… centra perché democraticamente l’ho deciso io!

No, scherzo…

Il nesso tra Era Glaciale e disponibilità delle risorse è intimamente legato. L’Italia, ad esempio, non dispone di riserve petrolifere e di gas metano tali da far fronte ad una eventuale Era Glaciale. E la produzione nazionale di cibo è estremamente limitata.
Importiamo molte cose dall’estero… e per una in particolare, il gas metano, siamo fortemente dipendenti dalla Russia. Una nazione nella quale, come abbiamo visto la scorsa settimana, le temperature invernali non sono proprio “clementi”. C’è da aggiungere, sottolineare e ricordare inoltre, che la Russia ha dato disponibilità alla vendita delle proprie risorse energetiche a patto di non averne bisogno per la propria popolazione. Ovvero… in caso di eventi meteo-climatici particolarmente rigidi, la Russia chiuderà i rubinetti a tutta Europa. E cosa potrebbe accadere a quel punto?
Sono sicuro che lo capirete da soli.

Per cui… perché vi parlo di queste cose?

Durante l’ultimo Periodo Interglaciale Freddo terminato intorno al 10.000 a.C. circa, quando cioè la Calotta Polare Artica raggiunse un’estensione (quasi) da Record, i gruppi di uomini che vivevano allora… per lo più cacciatori-raccoglitori, occupavano aree del pianeta concentrate in una fascia a ridosso dell’equatore ed erano pochi i centri abitati che vennero eretti in zone a latitudine maggiore. Oggi invece la stragrande maggioranza della popolazione vive tra i 20 e i 50° di latitudine nord. E qualcos’altro nell’emisfero sud… ma concentrato in poche città densamente popolate. Inoltre oggi la popolazione mondiale ammonta ad oltre 7 miliardi di individui… mente si stima che nel 10.000 a.C. circa, la popolazione mondiale ammontava a circa 4 milioni di abitanti. Per cui si era liberi di muoversi in lungo e in largo nei vari continenti totalmente privi di vincoli, frontiere e quant’altro. Oggi, come potremmo? Cosa dovremmo fare per prepararci all’Era Glaciale… sempre che questa stia realmente arrivando?

Prima di tutto, come ho già scritto altre volte su queste pagine, abbiamo ancora tanto tempo per prepararci, anche solo a livello PSICOLOGICO a tale cambiamento. Quello che dal 2006 si sta verificando ogni anno è l’estremizzazione degli eventi meteo-climatici. Eventi che, sia ben chiaro, porteranno ad un costante e forse anche consistente raffreddamento del clima in tutto il mondo… specialmente in Europa. Ma questa NON È l’Era Glaciale.
Questo tipo di clima… con forti nevicate, inondazioni, siccità e caldo, è classico nei Periodi di Transizione Interglaciale. Ovvero in quei periodi, della durata di circa 10.000 anni, durante i quali gli sconvolgimenti climatici vanno a mutare pesantemente quelle che sono le normali e ormai stabilizzate attività sociali della popolazione mondiale.
Inverni sempre più rigidi provocheranno problematiche alimentari nel breve tempo… Sicuramente più di qualcuno resterà anche al buio e al freddo… ma è sicuro che nel giro di qualche settimana… o al massimo mese… il bel tempo tornerà a scaldarci anima e corpo. E dopo l’inverno tornerà la primavera e poi l’estate. E le vacanze!
È bene quindi prepararsi al freddo… e predisporsi psicologicamente a non esserne succubi. Come?
Per chi abita in città deve ricordarsi alcune semplici regole….
….ma di questo ne parliamo la prossima volta!

(fine terza parte)

Quarta parte – 10 Gennaio 2013

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Qualcuno tempo fa chiedeva consigli sul come comportarsi in caso di freddo prolungato… in stile Era Glaciale o simile… e noi non possiamo esimerci dal fornire il nostro punto di vista su tale argomento.
Viviamo in un periodo di crisi… una crisi sistemica… che fonda le proprie radici in oltre 50 anni di NON-SVILUPPO… inteso come una cronica tendenza ad evitare di pensare al futuro e alle conseguenze delle proprie azioni. Ovviamente da parte dei politici e di chi in qualche modo conta, ma anche da parte dei cittadini… che nel loro piccolo hanno seguito la moda dettata dai media e spesso totalmente priva di qualsiasi fondamento logico.
Ma forse… a pensarci bene… era proprio questo l’obiettivo che le menti “eccelse” volevano raggiungere… ovvero trascinare la civiltà umana sull’orlo del baratro affinché, in caso di emergenza, accettasse qualsiasi loro imposizione… costi quel che costi!

Come abbiamo visto più volte negli ultimi mesi, il clima terrestre è direttamente dipendente dall’Attività Solare. Ma non è l’unica cosa sul nostro pianeta che “risponde” alle variazioni del Sole. La geologia terrestre, ad esempio, è inversamente legata all’Attività Solare. Quando la seconda diminuisce, la prima aumenta e viceversa. In altri ambiti della scienza moderna, come ad esempio la neuropsicologia, si inizia a valutare con sempre maggiore convinzione, che anche il nostro cervello… e quindi la psiche umana …viene influenzata dall’andamento dell’attività solare. In medicina invece sappiamo che durante i cali termici sul nostro pianeta, la diffusione di malattie aumenta. Infine, a livello sociale, il freddo e i problemi causati anche dalla carenza di cibo, portano inevitabilmente a rivolte e disordini sparsi.
Tutto questo in un normale periodo di intenso raffreddamento.

Come sappiamo dalla storia paleoclimatica del nostro pianeta, però, un’Era Glaciale è qualcosa di decisamente diverso. Molto più in la nel tempo… e caratterizzata da un clima tutto sommato “tranquillo”, l’Era Glaciale viene preceduta però da un Periodo di Transizione Interglaciale. Un lasso di tempo della durata di circa 10.000 anni, durante i quali si avranno una continua alternanza tra brevi periodi di “calma climatica”, e lunghi periodi di “mini-glaciazione”. Questa alternanza, sul medio lungo termine, determinerà una serie di sconvolgimenti sociali e culturali enorme con ripercussioni evidenti sulla vita quotidiana di tutti noi.

La prima cosa che cambierà quando inizierà a fare freddo… e per freddo intendo diversi mesi con temperature glaciali e difficoltà nei trasporti a causa delle abbondanti nevicate e del gelo che blocca ogni cosa, è la disponibilità di cibo, medicinali, carburante, acqua potabile, gas per il riscaldamento, energia elettrica e quant’altro possa essere utile o indispensabile alla vita quotidiana di un cittadino medio!
A quel punto la gente si farà prendere dal panico… e cercherà di accaparrarsi ogni sorta di ben di Dio nella speranza che un giorno quei prodotti possano tornargli utili. Verranno saccheggiati negozi e supermercati… ed una buona percentuale della popolazione, generalmente quella meno informata sui fatti reali, cercherà di appropriarsi anche di tutti quei prodotti che fino a quel momento non aveva avuto modo di possedere (Tv, Cellulari, PC, Automobili, Moto ecc….).
Tutto questo porterà ad un deterioramento sociale e ad una carenza di sicurezza nel giro di pochissimi giorni.
Anni fa accadde qualcosa di simile in varie parti del mondo dopo appena qualche giorno di sciopero o di mancanza di energia elettrica. Figuriamoci cosa potrebbe accadere dopo 2 mesi di nevicate e gelo ininterrotti!

La seconda cosa che cambierà quando inizierà a fare freddo… è la disponibilità di servizi al cittadino. Ospedali, scuole, polizia e quant’altro, cesseranno semplicemente di funzionare in 2 fasi… la prima… quando inizieranno a mancare le risorse… la seconda quando chi dovrebbe garantire tali servizi (medici, insegnanti, poliziotti), dovranno far fronte alle esigenze fondamentali delle proprie famiglie.

In entrambi i casi la perdita del lavoro sarà inevitabile e se si arriva al momento fatidico delle emergenze già senza un lavoro, questo non potrà che essere un elemento che accelererà i cambiamenti, in peggio, nella società.

A questo punto è chiaro che lo scenario che si verrebbe a creare ha una sottile differenza tra chi abita nei grandi centri urbani e chi invece è fortunato a vivere nelle campagne.
I primi, mediamente, non sono abituati ad affrontare tutta quella serie di problematiche che viene loro offerta dalla società mediante i servizi pubblici al cittadino (pagati con le tasse dei contribuenti). I secondi, mediamente, hanno origini contadine e questo in qualche modo li facilita ad un ritorno “alla terra”.

I consigli che personalmente fornisco in questi casi (e non è raro) sono essenzialmente 3:
1) Imparare a vivere con poco… ovvero imparare a fare a meno del cellulare, della macchina, della termocoperta, del condizionatore d’aria (ovviamente in estate), e di tutti quei prodotti e servizi che la società ci mette a disposizione ogni santo giorno.
2) tornare al contatto con la natura… ovvero fare sport e passare del tempo libero in natura. Magari organizzare le vacanze in qualche agriturismo e perché no… cimentarsi nella coltivazione dell’orto (sul balcone, per chi vive in città). Questo vi aiuterà a limitare l’impatto psicologico del doversi procurare il cibo in modo diverso rispetto al fare la spesa al supermercato.
3) informarsi sempre e cercare di fare gruppo con parenti e amici di cui ci si possa fidare. Il gruppo è l’unica difesa che avremo in un futuro glaciale… Per cui parlate con i vostri amici del presente e del futuro… cercando di analizzare ogni possibile soluzione ai vari problemi che in gruppo si potranno individuare.

Città o campagna?
Il dilemma mi venne posto da una mia amica di Roma…
In città ci saranno problemi nel reperire le materie prime per sopravvivere.
In campagna si avranno problemi a difendere le materie prime per sopravvivere.
Per cui… ovunque voi abitate… non pensate che per sfuggire all’Era Glaciale basterà emigrare o spostarsi in campagna. Non servirà a niente per…
A] Nessuno sa con precisione quando effettivamente avrà inizio l’Era Glaciale e comunque un anno di gelo non porta obbligatoriamente all’Era Glaciale
B] Nessuno sa con precisione se l’Era Glaciale colpirà anche la nostra zona e con quanta “forza” eventualmente arriverà!

Per cui… penso che l’unico consiglio che vi chiedo di seguire è quello di restare tranquilli. Quasi sicuramente non sarà la vostra generazione a vivere quest’evento “apocalittico”. E quelli che verranno dopo di sicuro avranno modo di ambientarsi.
Al giorno d’oggi abbiamo problemi ben più gravi del pensare alla Glaciazione….

Termino qui questo preludio perché penso di avervi trasmesso abbastanza per valutare, da voi, cosa conviene fare. Ora non vi mettete in pena a pensare a quello che ho scritto.
Leggetelo magari un paio di volte… e poi accantonatelo. Sarà il vostro cervello a metabolizzare, a tempo debito, il significato di tali articoli.

A presto!

(fine)

Inserisco solo un piccolo appunto.
Come spesso accade quando pubblico queste mie “riflessioni”, alcuni commentano dicendo che dovremmo occuparci di più di Sole e meno di “stronzate” come queste. Personalmente ritengo di fondamentale imporanza rendersi conto di cosa siamo, di cosa ci garantisce la vita, e di cosa potrebbe rendercela difficile. Solo così riusciremo a capire che le variazioni, anche minime, dell’Attività Solare possono dar vita a conseguenze DEVASTANTI o semplicemente DESTABILIZZANTI, per il clima del nostro pianeta.
Nei prossimi giorni torneremo a parlare di interazioni tra Sole e Clima…

Bernardo Mattiucci
Attività Solare