Il Mito dei Punti di Svolta Climatici

Alcune riflessioni su quei guru che ci hanno messo in guardia sui punti di svolta climatici e hanno previsto un rapido riscaldamento, lo scioglimento dei ghiacci, l’aumento del livello del mare e così via invocando l’idea del punto di svolta.

Scritto dal Dott. Klaus L.E. Kaiser

10 Settembre 2015 – http://canadafreepress.com/article/74862

Traduzione a cura di Mauri Sesler (scientific translator)

Sono dell’opinione che i “Punti di Svolta Climatici” siano delle totali sciocchezze: sto parlando di quei modelli climatici che hanno previsto tali “punti di non ritorno”. Li si può anche vedere come se fossero la velocità terminale (massima) che si raggiunge in caduta libera, solo per giungere ad un arresto improvviso nel momento in cui si colpisce il terreno solido.

Ad esempio, lo scandaloso presidente dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite), R. Pachauri, dichiarò nel 2007 che il mondo aveva solo quattro anni circa per salvare se stesso. Il pericolo percepito: un rapido riscaldamento globale (superamento del Punto di Svolta) che affermò essere la conseguenza del rilascio dell’anidride carbonica generata dalla combustione dei combustibili fossili. L’anno seguente, nel 2008, uno dei sommi sacerdoti Tedeschi della sventura climatica, il Prof. S. Rahmstorf, Direttore dell’Analisi Sistemica della Terra presso l’Istituto di Potsdam per la Ricerca sull’Impatto Climatico (PIK) presentò un grafico che mostrava il declino, osservato in quel momento, del ghiaccio marino nel corso dell’estate Artica (Fig. 1).

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Fig. 1. Osservazioni (“Beobachtungen”) vs. i modelli dell’IPCC del
ghiaccio marino Artico in estate; da Rahmstorf, 2008.

Poi, nel 2011, Rahmstorf propose pubblicamente una riflessione su una ulteriore perdita di ghiaccio nell’Artico e su “Due tipi di punti di svolta“. (L’IPCC definisce il punto di svolta come “la soglia che una volta superata porta ad un brusco ed irreversibile cambiamento”). Per spiegare la sua teoria, Rahmstorf illustrò un grafico concettuale riprodotto nella Fig. 2 nel quale, inizialmente si ha un calo crescente del livello minimo del ghiaccio marino Artico che raggiunge un punto di flessione dopo il quale il calo tende a rallentare, ma che tuttavia poco più tardi porta a una situazione prossima alla completa assenza di ghiaccio.

klausfig2Fig. 2. “Punti di Svolta” secondo Rahmstorf, 2011

Tanto per assicurarsi che i lettori assimilassero il messaggio che lui desiderava trasmettere, Rahmstorf affermò: “[tradotto] Non c’è alcuna ragione che giustifichi il lancio di un qualsiasi “segnale di cessato allarme” [relativamente al ghiaccio marino dell’Artico].”

Poi, nel 2012, nel corso di un’altra conferenza, ecco a sorpresa che il ghiaccio era diminuito ancora di più rispetto al 2008 e lui allora si soffermò sulla cosa (si veda la linea rossa nella Fig. 3). Il declino sembrava essere rapido e inarrestabile. Sicuramente, il punto di flessione nei modelli (linea nera) era stato ampiamente superato. Rahmstorf ancora una volta si assicurò che il pubblico assimilasse il suo messaggio enfatizzandolo con affermazioni del tipo: “[tradotto] Il mese scorso, la copertura del ghiaccio [artico] è all’incirca stata solamente la metà delle dimensioni di quella del 1979″ e “lo sviluppo attuale mostra che la fusione del ghiaccio è molto più veloce rispetto alle previsioni dei modelli” e “purtroppo il problema [della fusione del ghiaccio artico] in passato è stato fortemente sottovalutato; e il ghiaccio continua ad assottigliarsi.” L’intera conferenza è disponibile all’indirizzo https://vimeo.com/56007848.

klausfig3-screenshotFig. 3. Fermo Immagine della lezione di Rahmstorf del 2012 nel quale
Rahmstorf mostra l’accresciuto declino del ghiaccio marino dell’Artico
e afferma “…il declino è molto più veloce di quanto i modelli abbiano previsto;
e il ghiaccio continua ad assottigliarsi.”

E adesso torniamo al Mondo Reale

Di seguito, vorrei fornire alcuni esempi di questa teoria dei punti di svolta e guardare a cosa ne è stato della stessa teoria.

1 – Il Riscaldamento Globale e il Ghiaccio Marino dell’Artico

Dieci anni fa o giù di lì, l’IPCC e molti “modelli climatici” erano tutti in forte allarme: sostenevano che il mondo si trovava in una situazione di rapido surriscaldamento. Loro inoltre sostenevano di conoscere la ragione di questo: l’aumento della concentrazione di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera.

Nonostante da quel momento in poi si sia verificato un costante aumento dei livelli di CO2, la tendenza verso il riscaldamento è in stallo da più di 18 anni. Ovviamente, la natura non è riuscita a trarre insegnamento dalla conferenza di Rahmstorf e dalle previsioni dell’IPCC o a questo punto noi tutti saremmo oramai del tutto fritti.

Questo “Punto di Svolta Climatico” avrebbe dovuto essere (secondo i modelli del PIK) particolarmente evidente nelle zone “più sensibili” a tutto questo, vale a dire l’Artico. Se si confronta il grafico del 2008 di Rahmstorf (Fig. 1) con la versione aggiornata mostrata nel 2012 (Fig. 3), è davvero possibile che tu possa esserti fatto conquistare da quella teoria. Infatti, Rahmstorf affermò anche che “l’estensione del ghiaccio sta diminuendo molto più rapidamente di quanto previsto dai (allora correnti) modelli informatici. Per rafforzare il suo agitare il dito in segno di rimprovero, aggiunse, “ed è sempre più sottile.” Se questa affermazione non aveva lo scopo di trasmettere il messaggio che un Punto di Svolta era già stato superato, non ho idea di che cosa volesse trasmettere.

Ancora una volta, la natura non lo ha ascoltato. Nel corso degli ultimi inverni ed estati, l’estensione del ghiaccio marino nelle zone settentrionali è tornato alla normalità (figura 4).

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Fig. 4. Ghiaccio Marino dell’Emisfero Settentrionale, 2005-2015, fonte: Danish Met. Inst.

Forse allora, dovremmo guardare più a sud della “regione artica”, come il Nord America o i Grandi Laghi Laurentiani (GLs) per avere un quadro migliore.

2 – I Grandi Laghi Laurentiani (GLs)

Ora, personalmente non credo che i Grandi Laghi di acqua dolce (nordamericani) facciano parte dell’Artico ma può essere abbastanza freddo intorno alle loro coste in inverno (e, a volte, anche in estate). Tuttavia, considerando la definizione di ghiaccio marino Artico, la latitudine dei GLs superiori (Laghi Superiore, Huron e Michigan) è certamente entro i limiti di latitudine delle misurazioni del ghiaccio marino Artico.

In ogni caso, il livello delle acque dei GLs viene registrato da oltre 150 anni e tali registrazioni sono ampiamente disponibili.

A cominciare dal 1980 o giù di lì, il livello dei Laghi Huron e Michigan (LHM, che è identico a causa dell’ampio canale allo Stretto di Mackinac), andò divenendo sempre più alto per raggiungere un nuovo record di 150 anni nel 1986 (Fig. 5). Molti proprietari di immobili sulle rive del lago cominciarono allora a temere il superamento di un “Punto di Svolta” e chiesero a gran voce al / i governo (i) di “fare qualcosa”.

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Fig. 5. Il record massimo del livello dell’acqua del Lago Huron nel 1986,
e il quasi record minimo del 2001.

Naturalmente, i governi hanno bisogno di un certo tempo per rispondere a nuove situazioni, quindi, per un certo numero di anni non fecero nulla per frenare l’ascesa delle acque. Ma non avevano bisogno di fare nulla, dopo tutto; la natura successivamente cambiò idea e decise di abbassare il livello dell’acqua facendo tutto da sola, piccola madre natura. Entro l’anno 2000, il livello dell’acqua nei LHM era vigorosamente crollato, quasi di due metri sotto il livello del 1986 ed è rimasto così all’incirca per una decina d’anni. In realtà, un nuovo record (150 anni) di livello minimo è stato raggiunto nel 2012.

Inutile dire che tutte le persone che volevano che il governo “facesse qualcosa” per quello che era percepito come un “innalzamento eterno” alla metà degli anni 80, cambiarono la melodia e da quel momento chiesero a gran voce una azione di governo del tutto opposta, ossia un’azione capace di “frenare la regressione” delle acque. Grandi cartelli con su scritto “Fermiamo la Regressione” si potevano vedere in tutte le zone intorno al lago. Avevamo raggiunto o addirittura superato ancora una volta un altro “Punto di Svolta”? Così pareva a molti.

Proprio quando tutti erano convinti che i livelli del lago degli anni 70 non si sarebbero più visti, Madre Natura cambiò idea, ancora una volta. Tra il 2013 e il 2015 (quest’anno), i livelli dei LHM sono cresciuti “vertiginosamente” di 1 m e sono attualmente 1,2 m al di sopra del record negativo del 2012. In realtà, sono ora di nuovo molto più vicini al record del 1986 rispetto al minimo storico del 2012 (Fig. 6).

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Fig. 6. Il livello dell’acqua del Lago Huron nel 2015, ancora una volta
ben al di sopra della media di lungo termine.

Tutto quello che la natura aveva bisogno di offrire era una quantità regolare di pioggia e neve, e una sequenza di due inverni freddi con poco vento. Se vi chiedete come tutto questo determini il livello delle acque nei LHM, si veda di seguito nella sezione (3), se no, potete saltare direttamente alla sezione (4).

3 – I vostri Cubi di Ghiaccio

I vostri cubetti di ghiaccio in formazione nel frigorifero si congelano dall’esterno, non dall’interno. L’aria nel congelatore deve essere più fredda del punto di congelamento dell’acqua (0° C) affinché questo avvenga. Con i laghi, è lo stesso. Quando l’aria è più fredda dello zero termico, tendono a gelare – a meno che l’acqua più calda dei fondali (4° C) si mescoli con l’acqua di superficie a 0° C e ne prevenga così il congelamento. Con laghi profondi come il Lago Superiore e il Lago Huron (massima profondità di 406 metri e 229 metri rispettivamente), c’è una quantità enorme di energia termica latente immagazzinata in quell’acqua relativamente calda (4° C), ma comunque sempre piuttosto fredda. E’ sufficiente anche solo una leggera brezza per creare l’azione delle onde necessaria per smuovere le acque in maniera tale da far sì che la superficie non congeli.

Tuttavia, quando il tempo è calmo e freddo, la superficie è in grado di sviluppare uno strato di ghiaccio durante la notte. Qualche giorno e notte in più dello stesso tipo avranno lo stesso effetto. L’intera superficie del lago si ghiaccia e può rimanere così per le settimane o mesi seguenti. In assenza di vento sostenuto o di forme di traffico navale capaci di disgregare il ghiaccio (come accade nel corso dell’estate artica, si veda il mio precedente post su La Rottura del Ghiaccio nell’Artico), quello strato di ghiaccio riduce il tasso di evaporazione a una frazione del normale.

La ragione di questo è la grande differenza tra la pressione di vapore delle molecole d’acqua sulla superficie dell’acqua (scongelata) e il ghiaccio freddo. In inverno, il contenuto di umidità dell’aria è molto basso. Per questo motivo la gente ha bisogno di umidificare le proprie case al fine di continuare ad essere almeno felice se non in buone condizioni di salute. Senza l’umidificazione, si diventerebbe il bersaglio della natura e ci si ritroverebbe fulminati da una scarica ad alta tensione ad ogni passo o giù di lì; tutto questo può essere fastidioso.

Adesso torniamo all’acqua e al ghiaccio. Al fine di far evaporare le molecole di H2O (acqua) da qualsiasi superficie, deve essere fornita la necessaria energia di evaporazione. Ciò si ottiene facilmente su una superficie di acqua all’aperto (a 0° C) da parte dell’acqua più calda che si trova al di sotto. Al contrario, un cattivo conduttore termico come il ghiaccio può assumere energia solo dal ghiaccio che si trova immediatamente sotto la superficie e solo con notevole ritardo dall’acqua posta sotto il ghiaccio. Insieme con la pressione di vapore molto più bassa del ghiaccio freddo, il risultato che ne deriva è una evaporazione molto più bassa del lago, nel corso di un inverno freddo con copertura di ghiaccio. L’entità di tale differenza può essere sorprendente, il livello del lago può calare fino a 0,5 mt nel corso di un inverno “caldo” (senza copertura di ghiaccio) mentre il calo può essere quasi del tutto assente nel corso di un inverno freddo con copertura completa da parte del ghiaccio.

Sono d’accordo, questo è un ragionamento un po’ contro-intuitivo, ma è comunque vero. Naturalmente, le persone che tendono a creare modelli delle bravate della natura da un accogliente “ufficio climatico”, possono avere delle difficoltà a spiegare questo ai loro super computer; forse, una migrazione (permanente) verso l’Artico reale potrebbe insegnargli la giusta lezione.

4 – La Teoria del Punto di Svolta e Considerazioni Pratiche

I guru che ci hanno messo in guardia sui punti di svolta climatici e che hanno previsto un rapido riscaldamento, lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento del livello del mare e così via invocando l’idea del punto di svolta sono stati tutti piuttosto evasivi sulla questione di quale sia esattamente il valore numerico ( i ) che hanno considerato come il punto ( i ) di svolta in questa o quella misurazione. In realtà, ho il sospetto che non lo sappiano neanche loro – e per una buona ragione – dato che non esistono i punti di svolta in cose come la temperatura, l’estensione del ghiaccio, ecc. Sono misurazioni fisiche, che si osservano sulla Terra in un ampio intervallo di tempo e possono variare enormemente in qualsiasi luogo e in breve tempo. Non esistono punti di non ritorno in tali variazioni naturali, molte delle quali possono esibire grandi ampiezze e cicli alquanto lunghi.

Per esempio, nello stesso periodo dell’anno (fine Agosto) nei luoghi dove vive un amico nel nord (del Canada), le condizioni sono andate mutando frequentemente nel corso degli anni: si è andati passando da una situazione di quasi congelamento ad una con temperature superiori ai 30° C; da una fase di calma piatta ad una di temporali violenti; da una condizione descritta da una lussureggiante copertura della vegetazione ad una di grave siccità, con gli alberi di acero che perdevano le loro foglie per la mancanza di acqua e le foglie di quercia che erano appena avvizzite sullo stelo pur rimanendo verdi; e da un cambiamento di 2 mt del livello delle acque del lago, che prima ha raggiunto un record massimo di 150 anni e poi è crollato di nuovo ad un record minimo di 150 anni. Nel corso di tutti questi estremi che si sono avuti nel corso di molti decenni, non ho notato alcun punto di svolta da cui non ci sia stato ritorno a livelli normali a più lungo termine o anche ad estremi opposti.

Quanto velocemente la natura sia in grado di invertire la rotta lo si è visto anche in Australia non molto tempo fa. Dopo anni di precipitazioni al di sotto del normale, la falda acquifera del Grande Bacino Artesiano aveva perso gran parte della sua acqua. Poi, nel 2011 e nel 2012, cadde così tanta pioggia che il “serbatoio” è stato rifornito per molti anni a venire. Certo, la pioggia era acqua evaporata dall’oceano e si è sostenuto che abbia causato l’abbassamento del livello degli oceani di 7 mm. Potete anche guardare agli eventi nel corso della storia, ad esempio le siccità decennali nel sud-ovest degli Stati Uniti che costrinsero molte delle culture popolari ad abbandonare i loro insediamenti di lunga data. Da quel momento quelle zone furono caratterizzate da più cicli di recupero e di siccità.

In altre parole, l’intera teoria del punto di svolta climatico è una emerita sciocchezza.

Il Dott. Klaus L.E. Kaiser è l’autore di “CONVENIENT MYTHS, the green revolution – perceptions, politics, and facts”. Si veda: convenientmyths.com – Il Dott. Kaiser, scienziato e autore, è attivo nell’ambito della ricerca da più di quattro decenni; è l’autore di quasi 300 pubblicazioni su riviste scientifiche, relazioni governative e di agenzie internazionali, libri, riviste e quotidiani. Attualmente è il Direttore della Ricerca di TerraBase Inc., ed è un membro dell’Istituto di Chimica del Canada. Il Dott. Kaiser è ampiamente riconosciuto per la sua esperienza nel campo della chimica ambientale e per il suo approccio alle questioni in nome del “rifiuto di tutto ciò che non ha alcun senso”.