Molte volte abbiamo parlato del raffreddamento in corso… dandolo, di fatto, per scontato. All’inizio peccavamo di “presunzione”… ma si tratta di molti anni fa… quando attivitasolare.com non era ancora neanche lontanamente nei nostri progetti futuri. Era l’inizio delle nostre attività in ambito solare e conoscevamo ancora molto poco della realtà. Da allora di “acqua” (fredda) sotto i ponti ne è passata tantissima e si sta accumulando a largo delle nostre coste.

All’epoca, e parlo del 2004-2005 circa, le temperature erano ancora molto alte, soprattutto nell’oceano Atlantico… e parlare di raffreddamento emisferico equivaleva a percorrere, bendati, il raccordo anulare di Roma contromano, di notte, a luci spente. Eppure, pazzi com’eravamo, lo abbiamo fatto… fiduciosi di ciò che ci era stato insegnato da alcuni nostri amici… contatti… conoscenti… che dell’argomento ne avevano fatto una ragione di vita.

All’inzio erano pochi quelli che, come noi, associavano l’andamento climatico all’andamento dell’attività magnetica solare… sottolineando il ritardo di 6-7 anni che intercorre tra l’aumento del numero delle macchie rispetto a quello delle temperature. Poi, col passare del tempo, qualcuno ha iniziato a seguirci e ad oggi ritroviamo molti scettici di allora che sono fermamente convinti (e in alcuni casi affermano di essere stati loro i primi a notare tale relazione) che ciò sia assolutamente reale e insindacabile. Ma vabbè….

E mentre in molti cercavano solo click e consensi per i loro siti web (inguardabili data l’elevatissima presenza di pubblicità di ogni tipo che rendono tali siti web non “usabili”), noi cercavamo di inquadrare meglio il contesto nel quale il raffreddamento climatico potesse concretizzarsi.
E il quadro della situazione ci è stato chiaro già sul finire del 2013… quando, nel mese di settembre, pubblicai la previsione per l’estate successiva affermando che sarebbe stata “fredda”. Come effettivamente fu!

In nord america si sono susseguiti una serie di inverni… uno più freddo dell’altro… con precipitazioni nevose tra elevetate ed elevatissime specialmente nel nord-est del continente. E mentre in molti (quasi tutti) facevano notare la siccità estrema che colpiva la California (fregandosene del fatto che tale zona è sempre stata iper-siccitosa e che per abitarla hanno sbarrato, deviato e prosciugato laghi e fiumi a iosa), noi facevamo notare che la stragrande maggioranza dei fiumi del nord america convoglia l’acqua, fredda e dolce derivante anche dallo scioglimento delle nevi invernali, nell’oceano Atlantico.

 

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Ma il sistema climatico terrestre è un sistema DINAMICO, oserei dire “autoadattivo“, ovvero che cerca di ritrovare un proprio equilibrio anche a seguito di un poderoso squilibrio subito da cause “interne” quali, ad esempio, l’enorme apporto di acqua fredda e dolce tramite il fiume S.Lorenzo:

 

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E come abbiamo potuto notare “successivamente” all’estate del 2014, in qualche modo… e grazie soprattutto al poderoso El Nino (che comunque è di origine NATURALE e riconducibile alle eruzioni vulcaniche sottomarine), l’estate successiva, quella conclusasi 4 mesi fa circa, è stata piuttosto calda.

Ma cosa sta realmente accadendo? Il clima, sta cambiando realmente verso un raffreddamento come andiamo ripetendo da anni?

La risposta è SI!

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Nell’ottobre del 2013 pubblicavamo un articolo sullo stato della Corrente del Golfo, i cui contenuti li abbiamo ripresi più volte, nel quale il meteorologo tedesco Dominik Jung sottolineava che tale corrente termoalina, indispensabile per la mitigazione del clima in nord Europa, stava letteralmente “rallentando”.
Di tale rallentamento io ne parlo sin dal 2003… avendo un contatto in USA che proprio su tale corrente ha fondato la sua vita lavorativa …ed ogni volta ribadisco sempre lo stesso identico concetto: la Corrente del Golfo sta rallentando e provocherà inevitabilmente il crollo delle temperature in nord Europa.

I motivi di tale rallentamento è, da un lato sono legati al ciclo naturale di tale corrente… che aumenta e diminuisci con un periodo indicativo di 14.000 anni (millennio più, millennio meno), ma anche e soprattutto proprio a causa delle abbondanti nevicate del nord America. Nevicate favorite dall’effetto Lake dovuto ai grandi laghi del Canada, ma anche alla presenza della stessa Corrente del Golfo a ridosso delle coste orientali del continente. Un mix di fattori, quindi, che insieme al territorio estremamente piatto degli USA (anche se ci sono montagne e colline, per il resto è relativamente piatto), garantisce nevicate abbondanti e persistenti in moltissime zone.

Fino allo scorso anno, i seguaci dell’AGW amavano indicare in tale “fantasioso” fenomeno, la causa di quegli inverni rigidi nel nord-est e miti nel sud-ovest… Quest’anno non li ho ancora sentiti… visto che ha nevicato prima nel sud-ovest, con nevicate e freddo record anche in Texas, New Mexico e Messico (che non sono propriamente “zone da neve”) …ma penso (e spero) che ci penseranno 2 volte prima intraprendere una nuova battaglia a difesa della loro strampalata pseudo-teoria basata sul nulla più assoluto.

 

Detto questo, perché nel titolo dico “il raffreddamento emisferico è ormai iniziato”?
Nell’ultimo mio “Confronto diretto: 8 gennaio 2015 vs 8 gennaio 2016” ho usato il termine “semi-permanente” ad indicare quel particolare raffreddamento che stiamo iniziando a vedere nelle temperature oceaniche alle alte latitudini.
Come ha appena riportato Enzo, sulla costa orientale degli USA è in corso un forte BLIZZARD con apporti nevosi anche consistenti. Ora…  è fine gennaio… la neve impiegherà una settimana per sciogliersi completamente (sempre che non ne faccia altra) ed impiegherà 1 o 2 mesi per raggiungere l’oceano Atlantico… Pertanto l’acqua di fusione della neve odierna, si mescolerà a quella dell’oceano ad inizio primavera… raffreddando nuovamente e ulteriormente quella zona del mondo nel quale la Corrente del Golfo dovrebbe farla da padrona.

 

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E questo raffreddamento, non farà altro che produrre un ulteriore amplificazione di quello che i media chiamano “Atlanctic Blob”, ovvero il raffreddamento delle acque superficiali dell’oceano Atlantico causato dall’enorme apporto di acqua, fredda, di fusione delle nevi invernali del nord america.

 

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Il perché in questi ultimi anni si sta formando tale blob lo abbiamo già detto e ripetuto decine di volte…

Ad influenzare le temperature dell’emisfero boreale, ci sono eventi identificati, misurati e monitorati tramite 2 fondamentali indici climatici: Pacific Decadal Oscillation Index (PDO) e Atlantic Multidecadal Oscillation Index (AMO).
Ed entrambi tali indici, il cui periodo ciclico è di circa 60 anni ma con uno sfasamento di alcuni anni tra PDO (in anticipo) e AMO (in ritardo), stanno ormai voltando verso il negativo. Ciò significa che sia il nord Pacifico che il nord Atlantico, si stanno raffreddando e continueranno a farlo per i prossimi, almeno, 30-40 anni!

Inoltre quest’anno, 2016, il fenomeno El Nino, causa di tutti i mali climatici degli ultimi mesi, sta perdendo potenza molto velocemente ed è previsto che diventi l’esatto “opposto”, ovvero La Nina, già in estate. Questo significa che il prossimo inverno dovrebbe partire già con presupposti diametralmente opposti agli attuali…

….e insieme all’enorme raffreddamento evidenziato più volte nel Mare del Nord, produrre quel mix di fattori che, come preannunciato dai climatologi e meteorologi più importanti, dar vita ad una serie di inverni rigidi e/o molto rigidi anche in Europa.

 

Sarà così?
Secondo noi di Attività Solare SI.

L’attività magnetica della nostra stella sta scendendo regolarmente… esattamente come avevamo previsto.
Le temperature, benché certi enti e media si ostitino a dire il contrario, continuano a diminuire… anche se in Italia in molti, guardando fuori dalla finestra e vedendo il Sole, si auto-convincono che fa caldo, sempre più caldo.
Come sarà il clima del futuro?
Varie volte abbiamo anticipato (IL PROSSIMO GLACIALE … LAVORI in CORSO …) ciò che, presumibilmente, avverrà a partire dal 2020.Ma abbiamo anche sottolineato il fatto che ognuno degli eventi ciclici, indicati nell’articolo di Luigi Lucato, non vanno visti come eventi “istantanei” della durata di quealche mese o al massimo di 1 anno… ma come il risultato di, come minimo, 10 anni di variazioni. Pertanto ciò che avverrà nel 2020-2022, sta iniziando già ora a “concretizzarsi”…. esattamente come stiamo iniziando ad osservare.

Ricordiamoci infine che quando si parla di CAMBIAMENTI CLIMATICI, oltre a significare che tali cambiamenti sono NATURALI e possono verificarsi sia in POSITIVO che in NEGATIVO, si parla di variazioni LENTE… spalmate su periodi temporali come minimo di 30-40 anni. E pensare che il clima ormai sta cambiando verso il caldo perché quest’estate ha fatto caldo… è assolutamente SBAGLIATO!

Buona giornata
Bernardo Mattiucci
Attività Solare