Il massimo solare di questo ciclo è ormai alle spalle. Quali saranno gli effetti sul clima nei prossimi anni?

Il massimo dell’attività solare ha raggiunto il suo picco nel mese di aprile 2014. Un ciclo solare il 24 eccezionalmente basso, con un massimo di 81,9 macchie giornaliere. Il calo dell’attività solare nel 2015 inizierà quasi certamente un lungo ed inesorabile cammino verso il minimo che durerà presumibilmente ancora 6/7 anni.
Se le previsioni di molti fisici solari saranno corrette, il Sole potrebbe iniziare un periodo di attività molto bassa per diversi anni se non decenni.

L’Osservatorio internazionale Royal, organo ufficiale in Belgio, è incaricato della raccolta dei dati trasmessi dai vari osservatori delle macchie solari. Ad inizio del mese di gennaio sono stati pubblicati i risultati del numero mensile delle macchie solari di dicembre, con un SSN pari a 78,0 macchie giornaliere, risultando così, in aumento rispetto al precedente mese di novembre. Al contrario, è però il numero del conteggio mediato delle macchie solari dei 13 mesi, che definisce il massimo solare di un ciclo, che in questo caso è risultato in diminuzione per il secondo mese consecutivo.

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Il solar max arrivato nell’Aprile 2014. Credit/Steve Davidson-SILSO data, Royal Observatory of Belgium, Brussels

Ma cosa significa in definitiva, “il rallentamento dell’attività solare” per il cambiamento climatico nel lungo termine per il nostro pianeta?

Un confronto con la situazione attuale del Sole, la si può effettuare con il periodo freddo che avvenne sul nostro pianeta circa 200 anni fa, chiamato minimo di Dalton.
In quel periodo il minimo di Dalton, durò 40 anni (1790-1830), con al proprio interno 3 cicli solari in deciso declino che portarono ad un prolungato minimo solare, proprio come si sta verificando in questo periodo. Il terzo ciclo eccezionalmente debole ha avuto un picco secondario raramente superiore al suo primo picco massimo, proprio come nel minimo di Dalton.

Tale ciclo, è stato seguito da un calo nel periodo del minimo senza alcuna macchia. Quel periodo durò per quasi due anni prima che iniziasse il ciclo successivo ancora più debole. L’attività in corso non è perfettamente uguale, ma risulta comunque molto simile.
Per questo i fisici solari, hanno una serie di ragioni per credere che il Sole avrà molto probabilmente un successivo ciclo eccezionalmente debole, proprio come nel minimo di Dalton.

L’intensità Umbral ci dice quanto la scurità delle macchie solari risulti in confronto con la zona circostante. Un’intensità pari a 1 significa che le macchie solari restano invisibili ai nostri occhi. Infatti da studi effettuati, le macchie solari lentamente perdono la loro forza magnetica, risultando in regressione dalla fine degli anni 1990. Negli ultimi 3-4 anni, sembra però che la dissolvenza è andata via via stabilizzandosi.

L’intensità Umbral non solo misura la zona più scura delle macchie solari, ma ne misura anche la resistenza, misurata in Gauss. Più basso è il numero di Gauss, più deboli risulteranno le macchie solari. Al contrario potenti macchie solari generano forti campi magnetici che di conseguenza causano giganti brillamenti solari ed espulsioni di massa coronale (CME), che influenzano in modo marcato le temperature, di conseguenza anche il clima sul nostro pianeta. Inoltre come già in molti sapranno, le macchie solari non possono formarsi se non sviluppano una forza magnetica pari od oltre i 1.500 Gauss. Anche in questo caso comunque, negli ultimi 3-4 anni, il calo della forza del campo magnetico si è leggermente stabilizzato.

 

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Le macchie solari sempre più difficile da vedere e più deboli

Quando questi dati sono stati pubblicati nel 2011, hanno causato molto scalpore tra i fisici solari. Le macchie solari è previsto che scompaiano totalmente dopo la fine del ciclo attuale. Sembra inoltre che il prossimo ciclo 25, sarà ancora più debole di quello attuale, proprio come durante il minimo di Dalton.

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1880-1910 tendenza al raffreddamento che corrisponde alla bassa attività delle macchie solari. Fonte / IPCC AR5 relazione

Dati affidabili sulla raccolta delle temperature globali, ci dicono che le temperature non scendono da circa il 1850, quasi 50 anni dopo la fine del minimo di Dalton. Inoltre dai dati raccolti, risulta che ci furono temperature invernali molto fredde nell’emisfero settentrionale durante tutto il periodo.
Secondo i dati raccolti nel ventennio 1880-1900, questi furono caratterizzati da un calo generale della temperatura atmosferica globale della Terra. Il Ciclo 12 e i due cicli successivi furono eccezionalmente deboli con un calo delle temperature globali. Coincidenza?

Se il ciclo corrente rispetterà le previsioni degli scienziati, il 2015, ma in special modo gli anni successivi, vedranno un calo dell’attività solare, man mano che il ciclo avanzerà verso il minimo solare previsto per i prossimi 6/7 anni, con probabile calo delle temperature.
Da questi dati, se ne deduce che il ciclo attuale ha forti analogie con il minimo di Dalton, che raggiunse il picco nel 1883.

Stante così le cose, è arrivato il momento di iniziare a pensare seriamente al prossimo raffreddamento che seguirà nei prossimi anni.

Enzo
Attività solare